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I bambini nati dalla guerra

Ieri il convegno di Cisl Romagna, Centro Pace Cesena e Iscos Emilia Romagna 

I bambini nati dalla guerra

 Si è tenuto a Cesena, presso la Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana, il convegno dedicato alle storie delle madri e i loro figli nati dagli stupri durante la guerra degli anni ’90 in Bosnia Erzegovina, organizzato da Cisl Romagna, Centro Pace Cesena e Iscos Emilia Romagna, ong attiva in progetti di cooperazione internazionale nei Balcani da oltre 20 anni, con il patrocinio del Comune di Cesena per il quale erano presenti gli assessori Carlo Verona e Carmelina Labruzzo.

L'iniziativa affronta due temi importanti, i quali nei prossimi giorni vedranno due ricorrenze: quello dei diritti dell'infanzia, la cui Giornata mondiale è celebrata tutti gli anni il 20 novembre, e quello della eliminazione della violenza sulle donne, la cui giornata mondiale ricorre il 25 novembre.

Tra gli ospiti Tamara Cvetkovi, giovane peacebuilder bosniaco erzegovese e Ajna Jusi

Presidente dell'Associazione "The forgotten children of war" di Sarajevo, che ha condiviso con i presenti la sua testimonianza di bambina prima, e oggi donna, nata a seguito di una violenza sessuale, così come tanti altri ragazzi e ragazze dimenticate, ha parlato delle terribili esperienze delle loro madri, e il loro difficile lavoro per liberarsi dalle discriminazioni e per esercitare i loro diritti senza ostacoli.

Ajna è nata nel 1993 presso l’associazione medica di Zenica che assisteva le donne vittime di violenze sessuali durante la guerra. Tra queste Sabina, sua madre, stuprata durante il conflitto. Nel dicembre del 2018 Ajna ha ricevuto il premio “Persona dell’anno” in Bosnia Erzegovina e lo ha dedicato ai bambini nati dagli stupri durante la guerra e ai sopravvissuti.

Queste iniziative sono importanti per noi- afferma Ajna Jusic- bambini nati dalla guerra, vissuti per anni nell’ombra e nelle discriminazioni.  Quello che chiediamo è una società di eguali valori, libera dalle discriminazioni”.

 Discriminiamo la violenza, non le persone- afferma Andrea Cortesi, direttore di Iscos Emilia Romagna - questo è il messaggio che vogliamo lanciare a sostegno di tutte le donne e figli nati dagli orrori e dagli stupri di guerra. Le loro storie e battaglie sono rimaste ignorate per oltre 24 anni, diventando non solo vittime di violenza ma anche di discriminazione, che oggi cercano invece di raccontare le loro storie e le loro difficoltà, rivendicando i propri diritti in una società discriminante e maschilista”.

Iscos Emilia Romagna è infatti presente in Bosnia Erzegovina con numerosi progetti sociali, a sostegno principalmente delle donne e dei bambini, categorie più fragili che ancora oggi vivono in difficoltà a causa della guerra dei primi anni Novanta.

“Come Cisl- ricorda Francesco Marinelli segretario generale della Cisl Romagna- siamo da sempre vicini ad Iscos e alle iniziative che svolgono in tutto il mondo ed in particolare nei vicini Balcani, a favore delle fasce più deboli della popolazione. Queste testimonianze, e queste esperienze di rivendicazione dei propri diritti, ci devono spingere all’empatia e alla solidarietà, non solo verso la Bosnia Erzegovina e i Balcani, ma anche in ‘casa nostra’, guardando alle terribili notizie che quotidianamente troviamo sulle violenze a sfondo sessuale, la discriminazione delle vittime, l’impunità degli aggressori, la mancanza di sostegno e supporto, a tutti livelli, per chi subisce questi traumi.”

“Come Centro Pace - afferma Viola Pasolini - dal 2011 accompagniamo tanti ragazzi e ragazze in Bosnia-Erzegovina in un viaggio di approfondimento del recente conflitto che ha portato alla dissoluzione della ex Jugoslavia. Il nostro progetto "Dosta!, leggere la guerra per imparare la pace" è un tentativo di conoscere non solo le dinamiche complesse che hanno caratterizzato le guerre nei Balcani, ma anche di avere strumenti nuovi per decifrare ed interpretare il mondo che ci circonda. Nel nostro viaggio abbiamo l'opportunità di spostarci in diversi luoghi e di conoscere associazioni della società civile, con i cui membri negli anni abbiamo creato veri e propri legami di amicizia. La ricchezza dei momenti di testimonianza, le riflessioni e condivisioni ci danno la spinta per guardarci intorno anche nei nostri contesti cittadini per provare a migliorarli, a curarli, a fare la nostra parte per costruire un mondo un po' più libero e giusto, contro tutte le guerre. È fondamentale continuare ad impegnarsi in iniziative che, partendo dalle riflessioni sul passato, arrivano a dare spazio e voce alle lotte quotidiane di tutti e tutte”. 

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