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Il Credito cooperativo romagnolo a convegno per i primi 100 anni

Tutto ebbe inizio nel lontano 13 luglio del 1919 quando un piccolo gruppo di agricoltori, braccianti e mezzadri, guidato dal sacerdote don Giovanni Barbieri, mise in piedi a Ruffio la Cassa Rurale di Sant’Andrea Apostolo

Un momento del convegno di ieri con il tavolo dei relatori. da sinistra, monsignor Piero Altieri in rappresentanza del vescovo Douglas, il direttore generale del Ccr Giancarlo Petrini, il moderatore Mario Russomanno, il presidente del Ccr Valter Baraghini, e il giornalista Edoardo Turci

Ieri pomeriggio nella Sala “Eligio Cacciaguerra” del Credito cooperativo romagnolo si è svolto il convegno Un secolo di valori: 100 anni dalla nascita della Cassa Rurale di Cesena, per ricordare il centenario della nascita della banca cesenate. Un’altra occasione significativa dopo i festeggiamenti dei 120 anni della Bcc di Gatteo, tenuti nel 2017.

L’evento è stato moderato dal giornalista e conduttore televisivo Mario Russomanno che ha ricordato ai numerosi soci, dipendenti e clienti dell’istituto di credito, presenti in sala, come quella della Bcc di Cesena non sia solo una realtà finanziaria, ma ancora prima un insieme di persone e di relazioni umane.

All’incontro hanno preso la parola il presidente del Ccr Valter Baraghini e il direttore generale Giancarlo Petrini che nelle loro relazioni, rispettivamente Tanti anniversari, una sola banca e Il presente e il futuro del Credito cooperativo romagnolo, hanno ricordato le radici storiche e l’importanza che l’istituto finanziario ha ricoperto e continua tuttora a svolgere, per lo sviluppo del territorio locale.

Tutto ebbe inizio nel lontano 13 luglio del 1919 quando un piccolo gruppo di agricoltori, braccianti e mezzadri, guidato dal sacerdote don Giovanni Barbieri, mise in piedi a Ruffio la Cassa Rurale di Sant’Andrea Apostolo, un “istituto mutualistico fondato sulla solidarietà e sul reciproco aiuto tra gli aderenti, che metteva in pratica il pensiero sociale di papa Leone XIII” contenuto nell’enciclica Rerum novarum del 1891.

Dopo un secolo di storia, riassunto e approfondito dal giornalista e storico Edoardo Maurizio Turci, oggi ci troviamo di fronte ad un ente che vanta 22 filiali, 180 dipendenti, circa 7 mila soci e 35 mila clienti. Pur essendo cambiati i tempi e le modalità di servizio attraverso le quali opera la banca, sono rimasti, tuttavia, sempre gli stessi lo spirito e i valori che ne indirizzano l’attività.

Il radicamento nel territorio e l’autonomia decisionale sono caratteristiche fondamentali – come evidenziato da Petrini – “che ci consentono di essere una vera banca di comunità che contribuisce alla crescita del territorio in tutte le sue espressioni (imprese, famiglie, giovani, sociale)” e che ci contraddistinguono dal mondo bancario “in cui ora vige la logica dei numeri e della spersonalizzazione dei rapporti”. Per guardare al futuro, quest’anno il Ccr ha aderito a Iccrea “4° gruppo bancario italiano che associa 140 Bcc in tutta Italia. Si è aperta per noi una nuova fase in cui il nostro istituto manterrà la propria autonomia e la propria identità, pur in un quadro di indirizzo e controllo da parte di Iccrea; l’adesione al gruppo ci permette di offrire prodotti più evoluti ed è un ulteriore elemento di garanzia per una corretta gestione delle tante risorse che ogni anno ci vengono affidate dai nostri soci e clienti: quest’anno 1,2 miliardi di euro di risparmi, con 610 milioni di euro riversati sul territorio per investimenti e consumi di imprese e famiglie” – hanno ribadito Baraghini e Petrini.

Tra le tante iniziative sostenute dal Ccr si ricordano l’Accademia delle idee, il Crowdfunding che ha permesso di sostenere diversi progetti di solidarietà e per mezzo del quale sono già state raccolte decine di migliaia di fondi, le borse di studio riservate ai giovani che si sono contraddistinti per merito scolastico, il programma digitale di fedeltà per i soci Ccr Premium, l’associazione Giovani Ccr e, infine, il recente Mutuo day che ha visto la richiesta di mutui per un importo pari a 20 milioni di euro. Da non dimenticare anche il coinvolgimento in Gambettola green, in collaborazione con Unica Reti, al fine di sensibilizzare le giovani generazioni alla cura dell’ambiente e al rispetto delle risorse naturali.

All’evento è intervenuto anche monsignor Piero Altieri che ha rimarcato come l’ancoramento ai principi della Dottrina sociale della Chiesa, sui quali sono sorte le numerose Bcc, l’attenzione alla persona e lo sguardo proiettato oltre la mera logica del profitto non debbano mai venir meno nell’operato di queste tipologie di istituti creditizi.

A conclusione del convegno, è stato proiettato un breve video sulla lunga storia della Cassa Rurale e si è tenuta la premiazione dei soci per il 50° anniversario di appartenenza alla compagine sociale.

Come ha precisato lo storico Turci, la storia non è mera memoria del passato quanto condizione indispensabile del presente poiché – come affermò Martin Luther King – “Non siamo noi a creare la storia, ma è la storia a creare noi”.

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