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Il "Cristo deposto" di Navacchia va in Vaticano

L'artista cesenate ha espresso la volontà di donare l'opera a papa Francesco. Per qualche giorno sarà in mostra all'Officina dell'arte di Angelo Fusconi

Da sinistra: Piraccini, Navacchia, Fusconi (foto: Sandra e Urbano fotografi, Cesena)

Il “Cristo deposto” dell’artista cesenate Luciano Navacchia va in Vaticano. L’opera, a grandezza d'uomo, è stata presentata oggi alla stampa all’Officina dell’arte di Angelo Fusconi, a Cesena, in località Case Frini, dove è in corso una mostra antologica per celebrare i 50 anni di attività artistica di Navacchia.

“Sabato scorso - ha spiegato il pittore e scultore classe 1946 - in occasione del pellegrinaggio diocesano a Roma nel bicentenario della morte del pontefice cesenate Pio VII, ho consegnato a papa Francesco una lettera con la volontà di donargli l’opera e chiedendo un riscontro quando la scultura, che invierò nei prossimi giorni, arriverà in Vaticano”.

“Il Papa mi ha sorriso. È stata una forte emozione”, rivela Navacchia definendosi una “persona molto spirituale, anche se poco praticante”. L'opera, in particolare, “vorrebbe mostrare Gesù deposto dalla croce, povero, emarginato, scartato”. Una scultura “modellata e assemblata giorno dopo giorno, con materiali metallici di riuso, senza seguire un bozzetto”.

Il critico d’arte Orlando Piraccini chiese a Navacchia di realizzare l’opera nel 2021, in occasione di una mostra di arte sacra all’abbazia del Monte promossa dalla società Amici del Monte. "La scultura  - ha spiegato Piraccini - è stata pensata come la prima di un “Compianto”, in linea con la tradizione iconografica, ma diverso da quello di Ilario Fioravanti per materiali e composizione. Il ciclo ancora non ha visto la luce ma l’artista ci sta lavorando”.

“L’auspicio - ha aggiunto monsignor Piero Altieri al quale si deve l’idea della dedica dell’opera al Pontefice - è che il gruppo scultoreo sia realizzato e collocato in un luogo cesenate caro alla nostra tradizione cristiana, come la chiesa di Sant’Agostino o dello Spirito Santo. Il Cristo deposto  sarà conservato in Vaticano nel migliore dei modi. Lo spirito dell’opera è in sintonia con il magistero di papa Francesco”.

“Abbiamo contattato diverse realtà locali - ha rivelato Luciano Almerigi, già presidente della società Amici del Monte - ma non c’è stato interesse ad accogliere la scultura. Il vescovo Douglas Regattieri, pur sottolineando che l’iniziativa è indipendente dalla Diocesi, ha garantito a Navacchia un posto d’onore all’udienza di sabato 20 aprile, permettendogli di consegnare al Santo Padre la lettera in cui è espressa la volontà del dono”.

“Il “Cristo deposto” - ha ricordato Angelo Fusconi, titolare dello spazio espositivo privato - sarà in mostra assieme alle altre opere di Navacchia all’Officina dell’arte, in via Madonnina 50, fino a domenica 5 maggio. Sarà possibile ammirare l’opera prima che parta per il Vaticano e, accanto, una vignetta di Patrizio Virzì in cui si evince il grande sforzo dell’artista per far giungere la sua scultura a papa Francesco”.

“A Roma - ha concluso Piraccini - l'opera sarà valutata da un'apposita commissione. Potrebbe essere destinata a una chiesa, a un museo o a un palazzo, oppure custodita in deposito e conservata con dignità”.

Di seguito pubblichiamo la fotogallery delle celebrazioni di ieri a cura di Sandra e Urbano fotografi (Cesena).

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