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Quartiere Cesuola

La cucina di Villa Monty Banks volta pagina con "L'AgrOsteria"

Il ristorante rinnovato apre le porte al pubblico domani, sabato 18 novembre. Più attenzione ai sapori del territorio

Prima da sinistra è Erika Galbucci, gestore della struttura. Da destra, gli chef Fabrizio Mantovani e Alberto Pinelli

La cucina di Villa Monty Banks riparte dal territorio. La spettacolare struttura sul belvedere di Ponte Abbadesse, già dimora dell’omonima stella del cinema muto, ha deciso di dare un taglio netto con la cucina degli ultimi tempi. Nella passata stagione i piatti proposti dal precedente chef Ivan Milani non hanno riscosso grande apprezzamento da parte dei clienti. Una cucina giudicata “incomprensibile” (per riportare i giudizi più teneri), per di più proposta a prezzi da salasso, che ha portato molte persone a mettere una pietra sopra sulla possibilità di tornare a cena in villa.

Così gli imprenditori Michele Manuzzi ed Erika Galbucci (che dal 2020 hanno in gestione trentennale la struttura, di proprietà dell’opera Don Dino) hanno girato pagina. La scorsa estate la cucina è stata aperta solo per gli ospiti della villa che, con 11 camere, si propone come luogo di villeggiatura di lusso. Ai fornelli è rimasto il giovane Alberto Pinelli, riuscito a far fronte alle esigenze degli ospiti (in gran parte stranieri) con il supporto del celebre chef faentino Fabrizio Mantovani.

Da domani, sabato 18 novembre, il ristorante riapre le sue porte al pubblico con il nome “L’AgrOsteria”, evocativo del legame con le coltivazioni agricole locali: «Le proposte precedenti non avevano alcun legame con il territorio, mentre noi siamo anche un’azienda agricola, produciamo olio e vino. Non siamo nati ristoratori, stiamo imparando» ha spiegato ieri sera ai giornalisti, con grande umiltà, Erika Galbucci.

Ad affiancare Alberto Pinelli ai fornelli ci sarà ancora, due volte alla settimana, Fabrizio Mantovani. Una sorta di tutor invitato a Villa Monty Banks per far crescere una squadra di giovani in cucina. Con l’obiettivo, come detto, di valorizzare prima di tutto le produzioni locali: «Questo è un progetto nuovo con ragazzi nuovi, senza uno chef di riferimento - ha sottolineato Mantovani nel suo ruolo di senpai -. La squadra si completerà da gennaio con l’arrivo di un’ulteriore persona in cucina».

I prezzi, a giudicare dal menu, appaiono più umani dei precedenti. Un po’ più alti rispetto a quelli dei ristoranti ordinari ma in linea con le proposte culinarie. E, come promesso, più legati al territorio.

L’azienda agricola Monty Banks gestisce 20 ettari in tutto, in parte a Carpineta e in parte in via Centenara (tra Rio Eremo e Sorrivoli), oltre a un vicino uliveto con piante centenarie dalle cui olive si ricava l’olio extravergine “Don Dino”. Dalle uve di Sangiovese e Trebbiano vengono invece “La Marietta” (Rubicone rosato Igt), “Gracie” (Romagna Trebbiano Doc, chiamato con il nome della moglie di Monty Banks), “Lo Sceriffo” (Romagna Sangiovese superiore Doc), “Grande Banks” (Romagna Sangiovese superiore riserva Doc), “Re Grosso” (Romagna Sangiovese superiore Doc), “18/07” (spumante extra brut metodo classico), “Pittato Rosè” (metodo Charmat brut rosè da uve Sangiovese). I vini sono seguiti dall’enologo Francesco Bordini e da suo padre Remigio, agronomo considerato tra i massimi esperti di Sangiovese.

Da domani i due saloni dell’AgrOsteria, una settantina di coperti in tutto, saranno aperti tutti i giorni a cena (tranne il martedì e la domenica). Il sabato e la domenica sarà possibile anche pranzare.

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