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Pianificazione

Nuovo Pug, un freno al consumo di suolo

Dopo un ventennio il Piano urbanistico generale prende il posto del vecchio Prg. Il recupero delle aree dismesse diventerà una priorità

Nuovo Pug, un freno al consumo di suolo

Stop al consumo di suolo, acceleratore sulla rigenerazione di spazi abbandonati. È quello che propone il Pug di Cesena, Piano urbanistico generale che, dopo un iter durato anni, è stato finalmente approvato dal Consiglio comunale giovedì scorso. Lo strumento urbanistico però, che prenderà il posto del vecchio Piano regolatore, entrerà in vigore solo a marzo, dopo la pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione.

«Il Prg 2000 prevedeva uno sviluppo del 20 per cento del territorio già urbanizzato, pari a 722 ettari di espansione – ha commentato il sindaco Enzo Lattuca, presentando questa mattina il Pug ai giornalisti -. Di questi, 200 sono stati stralciati nel 2016 con la variante di salvaguardia, altri 200 vengono meno con questo piano e qualche altro centinaio scadranno a breve. Mentre il nuovo Pug prevede un aumento massimo del tre per cento, in un arco di tempo di tre decenni. Si tratta di un massimo di 72 ettari, da centellinare per opere pubbliche, attività produttive o edilizia sociale».

Questa decisa frenata al consumo di suolo naturale e agricolo permetterà, per il primo cittadino, un vero cambio di paradigma: «In questo modo diventeranno molto più appetibili le aree dismesse, spingendo alla riqualificazione e conducendo alla ricucitura del tessuto urbano».

E di aree dismesse a Cesena non ne mancano. L’Amministrazione ne ha presentate diverse in carrellata: dall’ex Apofruit di via Ravennate (53mila metri quadrati) all’ex Sacim-Edilspada di via Cattaneo (73mila metri quadrati), fino all’ex Ged di Pievesestina con: «ben 100mila metri quadrati di capannoni e immobili artigianali». Vicino al centro storico ci sono poi parti ancora da riqualificare all’ex Zuccherificio (4200 metri quadrati attorno alla ciminiera e 7000 metri quadrati accanto all’ex circolo dopolavoro) e tutta l’area stazione, con le zone dell’ex comparto Europa ed ex carrozzerie Battistini, edificate solo in piccola parte.

Altro nodo chiave nella rigenerazione urbana, una volta trasferito l’ospedale a Villachiaviche, sarà l’attuale Bufalini: «Un terzo dell’area, quella più moderna, continuerà a ospitare servizi sanitari non ospedalieri – ha spiegato Lattuca – come i prelievi o le visite specialistiche che non richiedono macchinari complessi. Nei due terzi rimanenti, l’Ausl sta valutando cosa demolire e ricostruire, alleggerendo in ogni caso la cubatura rispetto ad oggi. Ma la vocazione della zona resterà quella di essere al servizio delle persone. I nuovi edifici potrebbero ospitare servizi privati di fisioterapia o residenze per anziani. Se ne occuperà in ogni caso chi amministrerà la città tra una decina d’anni».

«Passiamo da un piano di espansione ad uno che regola la città già esistente, quella già costruita – ha sintetizzato l’assessora all’Urbanistica Cristina Mazzoni – ma senza penalizzare l’attrattività per le imprese».

Il Pug regola non solo il territorio di Cesena ma anche il Comune di Montiano, rappresentato alla presentazione dal sindaco Fabio Molari: «Ho militato per vent’anni nei Verdi, in passato, so quanto sia importante proteggere un territorio piccolo e fragile, cercando al tempo stesso di mantenere i servizi. Questo piano è importante, non saremmo mai riusciti a predisporlo in autonomia. Ora vigileremo sulla prima collina, dove è in corso un ritorno, una riscoperta del territorio dopo anni di devastazione delle nostre campagne».

In campagna il Pug frena la dispersione degli insediamenti e limita l’incremento residenziale ai soli fabbisogni delle aziende agricole, favorendo il recupero di edifici di valore.

Mentre sul fronte delle trasformazioni private una novità è data dal Rie (Riduzione dell’impatto edilizio), un indice di qualità ambientale che prevede che ogni intervento concorra alla regimazione delle acque e al miglioramento del microclima locale.

Tenere uniti sviluppo e tutela del territorio sarà una grande sfida.

E le aree con Piani pregressi?

L’entrata in vigore del Pug non fa venire meno, automaticamente, certe previsioni del vecchio Prg2000. Gli uffici comunali spiegano che ci sono piani particolareggiati con convenzione già siglate, e impegni assunti, che dovranno essere completati nell’arco di tempo fissato dalla convenzione stessa (7-10 anni, alla maggior parte di loro ne restano 3 o 4).

Ci sono poi piani già approvati e non ancora convenzionati: questi dovranno siglare la convenzione entro fine anno.

Idem per i piani ancora in corso di istruttoria: «Le chiuderemo tutte entro l’estate e poi dovranno siglare la convenzione» ha spiegato la dirigente del settore Governo del territorio Paola Sabbatini.

Convenzione che non è una formalità, dovendo presentare fideiussioni e seri impegni.

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