Cesena
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Campagna di sensibilizzazione

Pubblici esercizi contro la mala movida

Prevista una campagna di comunicazione di Fipe Confcommercio che coinvolge scuole e università

pixabay.com

Lotta alla mala movida e ai suoi nefasti effetti. L’Associazione nazionale magistrati e Fipe-Confcommercio hanno sottoscritto un protocollo per diffondere legalità e consapevolezza sui rischi per chi somministra alcol ai minori.

“Per Fipe pubblici esercizi cesenate - rimarca il presidente Angelo Malossi - l’unico vero antidoto alla mala movida, che stravolge i centri storici e le periferie è la consapevolezza dei rischi, di natura penale, amministrativa e sanitaria, che corrono da un lato i consumatori, anche minorenni, troppo spesso protagonisti di notti alcoliche sregolate che mettono a repentaglio la loro stessa salute, dall’altro i gestori dei locali, non sempre consci delle conseguenze legali di alcune loro scelte”.

Ma quali sono i rischi se si viene trovati a somministrare alcol a un minore di 16 anni? E quali altri se si vende o somministra un superalcolico a una donna incinta? Inoltre, se si ordina un cocktail alcolico, mentendo sulla propria età, in quali tipo di sanzioni si incorre? Quesiti meno scontati di quanto si possa presumere. Servono formazione e informazione. Per diffondere legalità e buoni comportamenti, Fipe-Confcommercio, e l’Associazione nazionale magistrati, che rappresenta il 90 per cento circa dei 9.657 magistrati italiani, hanno deciso di collaborare.

“L’idea - spiega Malossi - è quella di coinvolgere istituti scolastici e universitari nella predisposizione del materiale formativo sui corretti comportamenti da adottare. Inoltre, è prevista la diffusione dei materiali realizzati nel progetto #BereConsapevole, tra cui la "Guida al servizio per un consumo consapevole" predisposta dalla Federazione in collaborazione con Federvini. Un pamphlet che analizza il fenomeno del consumo di alcol sia dal punto di vista del gestore del locale, che da quello dei consumatori, e punta a diffondere una serie di buone pratiche da adottare. Solo attraverso le competenze e una costante attività di formazione e sensibilizzazione degli operatori - aggiunge Malossi - è  possibile arginare un fenomeno dilagante quale è quello della mala movida, lontana dalla nostra cultura e dalle nostre tradizioni, alimentata anche da chi vende o somministra, spesso abusivamente, alcol a basso costo o infrangendo leggi e regole”.

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