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Sitting volley: la disabilità non è da intendersi come un limite

Stamane la presentazione del progetto di una rete territoriale per far conoscere l'esperienza del Volley club Cesena

Sitting volley: la disabilità non è da intendersi come un limite

Tutti possono diventare giocatori di Serie A. È il messaggio scaturito stamane durante la conferenza stampa di presentazione promossa dal Volley Club Cesena che ha proposto di dare vita dalla prossima stagione sportiva a una rete territoriale composta da strutture sanitarie regionali, enti come Asl, Inail, centri riabilitativi ortopedici, centri di recupero funzionali post traumatici, centri protesi e da altre realtà che operano sul fronte sportivo.  Un progetto che nasce dall'esperienza del sitting volley che dal 2015, con l’apertura del primo corso guidato da un Tecnico federale qualificato, rappresenta un fiore all’occhiello del Volley Club Cesena

Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte l’assessore allo Sport Christian Castorri, il presidente del Volley club Cesena Maurizio Morganti, Luca Castagnoli, segretario generale della Fondazione Cassa Di Risparmio di Cesena/Credit Agricole, Silvia Canali di Romagna iniziative, Roberta Pedrelli, atleta bianconera e capitano della squadra femminile di Sitting Volley e Monica Tartaglione, allenatrice del Sitting Volley Club Cesena.

L’obiettivo della proposta è quello di informare i cittadini circa l’esistenza di questa disciplina sportiva praticata da persone con disabilità motorie e di attivare un percorso che coinvolga più figure professionali: fisioterapista, terapista occupazionale, medico, psicologo e allenatore. Un intervento educativo bilaterale: coinvolgere i disabili e, altresì, i professionisti che li seguono.

 

La disabilità non è da intendersi come un limite è il messaggio di questo nuovo progetto inclusivo, presentato dal club cesenate. Il Sitting volley coinvolge  in città 18 tesserati, tra uomini e donne, che settimanalmente si allenano a Villa Chiaviche, e offre occasione di socializzazione e di integrazione, oltre che sportivi, e di condivisione di un’attività che unisce le persone normodotate e le persone disabili. 

La creazione di questa nuova rete, sostenuta da Romagna Iniziative e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena e Credit Agricole, ha anche l’obiettivo di diffondere sul territorio la conoscenza di questo sport, diventato disciplina paralimpica nel 1980 e praticato in 70 paesi. Per questa ragione il Volley club Cesena coinvolgerà i centri di riabilitazione in Romagna e le Ausl locali con lo scopo di pubblicizzare il più possibile tale realtà.

 

La percentuale di persone con disabilità che pratica sport è ancora troppo bassa. Qualcosa negli ultimi anni però sta cambiando: l’attività sportiva viene recepita come un alleato importante non soltanto per il benessere fisico. Lo sport rappresenta infatti il primo passo decisivo verso l’integrazione sociale, sviluppando competenze socio-relazionali molto preziose. La socializzazione è un elemento fondamentale della sport-terapia. Attraverso il movimento i soggetti disabili migliorano la loro resistenza, la loro velocità e la loro forza, facilitano la diminuzione della frequenza cardiaca e ottimizzano il ritmo respiratorio. La persona che pratica uno sport, quindi, vedrà diminuire l’ansia, lo stress e il nervosismo, e aumentare il benessere emotivo generale. Lo sport svolge una funzione molto importante dal punto di vista della motivazione. Lo sport di squadra, inoltre, permette di instaurare molteplici e preziose relazioni. Parlare di sport di squadra vuol dire fare riferimento al concetto di gruppo, ovvero un insieme non casuale di persone con bisogni, motivazioni e valori condivisi, che si trovano in una relazione di interdipendenza positiva le une con le altre per il raggiungimento di uno scopo comune.

 

Su queste basi, il Volley club Cesena apre il primo corso di Sitting Volley nel 2015, per uno sport inclusivo e senza barriere. Dopo otto anni di attività, la Società sportiva è tra i tre club più forti d’Italia. Possono giocare a Sitting volley tutti i disabili fisici dagli 8 anni in su, con residui motori che permettono la gestione del corpo in autonomia, nonché tutti i normodotati dai 14 anni in su. La peculiarità di far giocare insieme persone abili e non abili rende il Sitting volley il vero detentore della parola. Il contesto sociale sportivo azzera ogni forma di discriminazione e valorizza l’etica dello sport per tutti.

“Come associazione ci caratterizziamo da sempre non solo per la parte sportiva ma anche per la parte sociale  - ha detto il presidente del Volley Club Cesena Maurizio Morganti -. Per questa ragione vogliamo far sapere a chi lavora nel campo medico ma anche alla gente comune che c’è questa opportunità: questo progetto infatti è nato nel 2015 per avere un’inclusività maggiore”.

“Alla base di questo progetto - ha detto l'assessore allo Sport Christian Castorri - c’è un percorso ragionato e avviato dal Volley club che si fonda su ideali importanti, che sono quelli dello sport. In un momento nel quale nessuno pensava a questa opportunità, il Volley ci ha pensato. Deve esserci ancora di più la convinzione dell’importanza che lo sport ha nella crescita dei ragazzi: dobbiamo tradurre questa consapevolezza anche con i fatti. È un mondo che va sostenuto con risorse e dal punto di vista organizzativo. Bisogna partire dai fondamentali: la disponibilità di strutture per praticare sport, reperire le risorse e creare le condizioni affinché il mondo associativo possa fare sintesi”.

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