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Tersi al Rotary: "L'albana non sarà abbastanza"

"Giù i campanili e su le idee", e anche "meno liscio e più cultura. Mettiamo insieme le teste pensanti. L'università è il nostro petrolio", ha detto il manager cesenate, deus ex machina di Fattore R

Lorenzo Tersi, a sinistra, ieri sera al Rotary. Accanto a lui, il presidente del sodalizio, Paolo Montalti. Foto di Silvia Magni

Lorenzo Tersi a tutto campo, ieri sera al Rotary club cittadino. Non solo di vino s'intende il manager cesenate, ma anche di prospettive future dell'economia nazionale in stretta connessione con quella mondiale. Come si è potuto verificare di recente anche con la sesta edizione di Fattore R andato in onda nella sala conferenze di Cesena fiera, a Pievesestina, il 14 ottobre scorso. 

"Dovremo affrontare anni di grandi cambiamenti - ha detto Tersi incalzato da numerose domande dei soci -. Ma la Romagna ha campioni da mettere in campo. L'ingrediente finale, quel qualcosa in più, sarà il gioco di squadra, la parte migliore della nostra terra, quella che pensa". Poi l'invito a lasciare da parte i particolarismi, cavallo di battaglia di Tersi che desidera valorizzare ciò che produce il territorio, con uno sguardo attento al mondo: "Giù i campanili e su le idee", e anche "meno liscio e più cultura. Mettiamo insieme le teste pensanti. L'università è il nostro petrolio. Bisogna essere in grado di attrarre talenti. Ecco, io penso a una Romagna bella e attrattiva".

In materia vino, il core business del manager, Tersi ha ricordato che "l'Italia è il primo Paese al mondo come produzione, con 50 milioni di ettolitri, ma il secondo per valore, con 13 miliardi di fatturato complessivo, per 310 mila imprese viticole attive. Tutti gli indicatori dell'export ci vedono in positivo, escluso quello verso la Cina dove abbiamo solo 100 milioni di ricavi. E poi la Cina è un Paese infedele nel rapporto. Con la Cina non si possono fare previsioni di vendita, anche perché ha messo un milione di ettari a vigneto e importano i migliori vini francesi".

Sulle etichette, in Italia ne esistono più di centomila, Tersi ha aggiunto che "non esisteranno più start up nel settore. Si va verso le acquisizioni. Anzi, nel campo c'è un grande fermento. Siamo davanti a integrazioni e razionalizzazioni delle etichette. Anche nel settore vino ci sarà grande innovazione. Poi bisogna tenere conto che in Italia i disciplinari sono molto rigidi. Noi siamo per vini logici, non tanto quelli definiti biologici o altro".

Poi l'albana, che secondo Tersi "non ne avremo a sufficienza", vista la moda che l'ha investita e la produzione che non segue la richiesta crescente. Si parla di albana secca, docg, per la quale si va verso il milione di bottiglie l'anno. Erano neanche 700 mila nel 2018. "L'albana non sarà abbastanza - dice Tersi davanti ai soci del club capitanato quest'anno da Paolo Montalti -. Date valore a quel vino, vista l'impennata della domanda". Chi vuole capire, è avvisato. Parola del manager cesenate, uno che se ne intende.

tersi.foto silvia magni

Lorenzo Tersi durante il suo intervento di ieri sera. Le foto sono di Silvia Magni

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