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Raccolta rifiuti porta a porta, al via uno studio scientifico sulla fatica degli operatori

Sempre più Comuni in Italia abbracciano la raccolta porta a porta, per aumentare le percentuali di rifiuti da differenziare. Ma non sempre ciò che è bene per l’ambiente lo è in automatico anche per gli operatori. Questi, in molti casi, sono stati assunti quando il lavoro era ben diverso ed erano le macchine a sollevare i cassonetti

Raccolta rifiuti porta a porta, al via uno studio scientifico sulla fatica degli operatori

Sempre più Comuni in Italia abbracciano la raccolta porta a porta, per aumentare le percentuali di rifiuti da differenziare. Ma non sempre ciò che è bene per l’ambiente lo è in automatico anche per gli operatori. Questi, in molti casi, sono stati assunti quando il lavoro era ben diverso ed erano le macchine a sollevare i cassonetti.

Ora uno studio scientifico sgombrerà il campo da ogni equivoco, permettendo una migliore organizzazione del lavoro e la prevenzione degli infortuni. La ricerca sarà condotta dall’Università di Ferrara (Dipartimento di Scienze biomediche e chirurgico specialistiche – Sezione di Scienze motorie), dalla Clinica del lavoro "Luigi Devoto" di Milano e dalla cesenate Formula Ambiente, azienda che dalla frazione di Bulgaria si occupa della raccolta dei rifiuti in numerosi Comuni d’Italia.

Il progetto è stato presentato questa mattina in una videoconferenza tra stampa e addetti ai lavori.

Per un anno, a Novi Ligure, una decina di operatori di Formula Ambiente (tutti volontari) saranno monitorati giorno per giorno con Gps, cardiofrequenzimetro e altri strumenti. I loro spostamenti saranno tracciati, così come gli sforzi nel sollevamento dei mastelli, dal consumo d’ossigeno al battito cardiaco. L’esperimento sarà poi esteso ad altri lavoratori della cooperativa.

“Come Formula Ambiente siamo partiti già nel novembre 2014 con un progetto interno di studio – ha spiegato Riccardo Casadei –dato che l’età media dei nostri lavoratori è di 49 anni, un po’ alta, e le attività di traino, spinta e sollevamento possono mettere in difficoltà qualcuno. Con questo studio vogliamo mettere in atto misure di prevenzione, soprattutto per le generazioni future”.

A lui ha fatto eco Marcello Rosetti,direttore Generale di Formula Ambiente: “Le applicazioni pratiche si possono intuire, qui siamo però nel campo della ricerca. Un ringraziamento dunque è doveroso, tanto ai medici che collaborano con noi quanto ai nostri colleghi di Novi”.

Il medico del lavoro Natale Battevi ha rilevato come il 21 per cento dei lavoratori del settore abbia limitazioni per patologie muscolo scheletriche. Eppure il porta a porta è in continua crescita in Italia (pari al 64 per cento dei Comuni) e le metodiche attuali non riescono a definire con esattezza il livello di rischio.

Specie in fase di appalto, con i Comuni che non tengono in considerazione nelle gare le motivazioni di salute e sicurezza.

Battevi ha spiegato come ci saranno almeno tre soggetti per ogni classe di età (dai 25 ai 55 anni) che andranno poi a Ferrara dal professor Giovanni Grazzi per calcolare il consumo massimo di ossigeno e indossare il cardiofrequenzimetro: “I grandi atleti tengono queste fasce 5-6 ore al giorno e i trapiantati la usano tutti i giorni. Trasferiremo la nostra conoscenza, accumulata nel tempo, dalla Formula uno all’utilitaria, dagli atleti ai lavoratori”.

Il medico specialista in medicina dello sport Giovanni Grazzi haribadito come il consumo di ossigeno sia un indicatore essenziale in tanti ambiti, tanto che ci sono già risultati interessanti che indicano come la mortalità da Covid sia risultata più bassa tra chi consuma più ossigeno.

I risultati di questa ricerca potranno gettare le basi per appalti più seri e condizioni di impiego migliori. Gli operatori ecologici coinvolti faranno così un po’ di pulizia non solo casa per casa ma anche nel mondo del lavoro.

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