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Coronavirus

"Sì alla scuola in presenza"

"Sono i ragazzi i primi a chiedere di poter continuare a venire a scuola"

"Sì alla scuola in presenza"

 
L'ipotesi della Dad non piace ai rappresentanti dei genitori dell’Istituto Alberghiero “P. Artusi” di Forlimpopoli che, in questi giorni di accese polemiche, hanno deciso di prendere pubblicamente posizione facendo sentire la loro voce per esprimere con forza la loro contrarietà alla prospettiva di chiusura degli istituti e al ritorno, anche parziale, della didattica a distanza.

“Premessa la priorità della sicurezza sanitaria di tutti in questa emergenza pandemica, auspichiamo – dichiara Fabio Ciani presidente dei Genitori nel Consiglio d’Istituto – che le autorità competenti e chi è preposto al trasporto pubblico sappiano trovare ancora nuove risorse e anche nuove idee per mantenere aperta la scuola, perché non è, anzi non dovrebbe essere, un luogo qualunque, ma quello per eccellenza in cui la nostra Costituzione vede la possibilità di abbattere le barriere sociali ed economiche, il luogo dove la differenza dovrebbe essere nutrimento. La scuola dovrebbe essere intesa come hotspot di biodiversità e tutelandola salviamo l’ecosistema del genere umano. Per i nostri figli – proseguono i rappresentanti dei genitori – tornare a scuola è stata una grossa conquista che ha significato riappropriarsi del diritto alla normalità, pur dovendosi adattare ad una nuova normalità, in cui hanno riguadagnato la dimensione quotidiana della socialità e della relazione, fattori cruciali su cui si fondano il dialogo educativo e la crescita della persona, che è uno dei massimi compiti della scuola. Per questo, vogliamo riaffermare l’inestimabile valore della scuola in presenza e soprattutto non vogliamo rinunciarci a causa di un impasse dei trasporti pubblici, non è giusto che siano i nostri figli a pagarne il prezzo. Con questo non siamo a demonizzare la didattica a distanza, ma a ribadire che anche gli adolescenti, come i più piccoli, hanno bisogno di un luogo dove poter arricchire la propria storia personale, dove imparare ad essere altro dal modello vissuto in famiglia”.
 
Anche Mariella Pieri, dirigente scolastico dell’Istituto Artusi, ribadisce la necessità di proseguire l’attività didattica in presenza che “abbiamo ripristinato, con tanta fatica e impegno e dopo ingenti investimenti di risorse materiali sia da parte nostra, con il reperimento di spazi alternativi intra e extra scolastici, sia da parte del Ministero, con l’assunzione di un organico Covid tra docenti, tecnici e collaboratori scolastici. Ora, tutti i nostri sforzi rischierebbero di essere vanificati. A un mese dalla ripartenza, i dati statistici “ci dicono che il tasso dei contagi a scuola è sotto lo zero virgola, si tratta di focolai molto isolati e importati da fuori, perché a scuola le misure di contenimento funzionano e i protocolli di sicurezza si rispettano. Oltre al fatto che, in una scuola come l’Alberghiero – continua il Dirigente Scolastico – il cuore dell’offerta formativa sono i laboratori professionalizzanti che sarebbe molto difficile trasferire in didattica a distanza”. Un altro aspetto importante da considerare è che, “malgrado la fornitura gratuita di devices, la DAD rischia di reintrodurre un fattore di discriminazione economica che penalizzerebbe soprattutto gli studenti più deboli, a danno delle famiglie meno abbienti. In più, non è poi così chiaro come la DAD possa effettivamente contribuire a contenere il contagio, quando poi le abitudini extrascolastiche dei ragazzi non sono sottoposte a misure altrettanto stringenti. Infine, il dato più rilevante – conclude la professoressa Pieri – è il feedback estremamente positivo che ogni giorno riceviamo dai nostri ragazzi: i primi a schierarsi a favore delle attività in presenza sono proprio i ragazzi stessi; sono loro che ci chiedono di poter continuare  a venire  a scuola”.

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