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Devozione

La festa della Madonna del Carmine

Un invito a non fermarsi, a non arrendersi. La comunità ha bisogno di incontrarsi

La festa della Madonna del Carmine

Anche quest'anno si è svolta la festa della Madonna del Carmine a Villachiaviche. 

Quando si organizza qualcosa è bene poi, una volta terminato il tutto, fermarsi un attimo a pensare e valutare. È quello che frulla nella mia mente questa sera, quando pian piano tutti sono partiti dalla parrocchia portando a casa un pezzetto di ciò che si è vissuto insieme, mettendo nei cassetti dei ricordi anche la festa della Madonna del Carmine di quest’anno.

Primo appuntamento, dedicato tutto e solo alla fede, venerdì sera, con la celebrazione della Messa in mezzo alle case dei fedeli, segno forte di testimonianza visibile della comunità. E a Messa, nel parco, c’erano tanti che in parrocchia, purtroppo non vedo mai.

Quindi è riuscito il nostro intento, di creare un momento forte di fede là dove la gente vive. Ho chiamato a celebrare messa un altro prete, don Maurizio, che ha i genitori proprio qui vicino a noi (anche se per la stranezza dei confini la loro casa è “sotto” la parrocchia di Gattolino) il quale ha invitato i fedeli a non nascondersi dietro le maschere e a salire il monte, a cercare Dio.

Ho voluto venisse un prete 'forestiero' come era in uso in passato nelle feste, per dare segno di solennità e per far ascoltare al popolo una voce diversa; peccato che questa usanza si sia oramai perduta, non certo per il meglio: ora ci si è rintanati nelle proprie comunità a parlare poi di collaborazione tra parrocchie!

Al termine della messa la processione, dove la gente ha mantenuto le distanze prescritte (anzi, anche nelle altre processioni in passato si sono mantenute le distanze, prima ancora del virus: infatti ho abituato la gente a disporsi in due file indiane, ai lati, non creando un corridoio di persone simile a quelli della fiera di San Giovanni!).

Da notare l’impegno del coro che ha animato la messa all’aperto, dei giovani e adulti che hanno animato la preghiera e i canti in processione in modo preciso e senza intoppi.

Per la festa esterna, abbiamo provato quest’anno a fare su prenotazione; in genere alle 3 feste grandi della comunità (1 maggio, Madonna del Carmine, Madonna del Rosario) la gente affluiva a piacimento e si sedeva ai tavoli, ordinando dal ricco menù cibi vari romagnoli o pizza. Quest’anno abbiamo fatto l’esperimento della prenotazione e facendo un menù ridotto: al sabato solo pizza; dove ognuno poteva scegliere tra le 22 pizze proposte; oppure alla domenica un menù classico, con una squisita porchetta fatta da noi.

La gente ha avuto voglia di incontrarsi, sempre seguendo le distanze grazie ai tavoli precedentemente organizzati secondo il numero delle persone, e se fossero della stessa famiglia o no: immenso lavoro fatto dai volontari. Ogni famiglia aveva il numero del tavolo assegnato al quale veniva indirizzata; per loro era stato pensato poi un bellissimo spettacolo medioevale al sabato, e una commedia dialettale alla domenica sera, della compagnia della parrocchia di Carpena di Forlì. Non è stato facile rintracciare una compagnia dialettale che fosse disponibile: diverse hanno chiuso proprio in questi tempi, altre non hanno imbastito per quest’anno nessuno spettacolo o, peggio, hanno sciolto il gruppo per mancanza di ricambio generazionale; fintanto che sono riuscito a trovare il gruppo di Carpena.

Grande armonia tra i numerosi volontari, ed è bello leggere i messaggi nei gruppi whatsapp che si ringraziano tra loro; questo non è scontato, infatti tante feste parrocchiali o altre sono finite per colpa di litigi o non rinnovato entusiasmo tra i volontari. Particolare bravura l’hanno dimostrata i ragazzi che si sono occupati del servizio ai tavoli: il sabato sera i ragazzi del gruppo Universitari, la domenica il gruppo Superiori. Ha condito il tutto con la sua presenza e le sue parole monsignor Verrucchi, venuto già spesse volte da noi.

Abbiamo svolto la nostra festa forse tra le prime parrocchia che hanno osato: l’invito è quello di non temere, di provare, di non arrendersi: la comunità ha bisogno di incontrarsi.

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