Lettere
stampa

giornata dei giusti

Non si può non ricordare, anche in tempi di Coronavirus

Il professor Filippo Panzavolta scrive al Corriere Cesenate una lettera aperta al sindaco

Foto archivio Corriere Cesenate

Caro Francesco,

come stai?

Ti mando, in calce, una lettera aperta per il sindaco. Vorrei accendere un po' di attenzione sulla Giornata dei Giusti dell'umanità, una tematica che mi sta a cuore e che, anche quest'anno, è passata totalmente sotto silenzio nella nostra città, almeno per quel che mi risulta 

Grazie.

Filippo Panzavolta

Gentile sindaco,

il 6 marzo è stata la Giornata dei Giusti dell’umanità, solennità civile istituita dalla Repubblica italiana per “mantenere viva e rinnovare la memoria di quanti, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani” (legge 20 dicembre 2017, n. 212). In molte città grandi e piccole erano stati programmati diversi momenti di celebrazione, che sono stati annullati o rinviati per l’emergenza Coronavirus. A Milano, capofila dell’iniziativa, la cerimonia al Monte Stella ha visto la partecipazione dei soli rappresentanti istituzionali ed è stata trasmessa in diretta streaming. A Cesena no, non c’è stato nessun problema. Anche quest’anno, infatti, il nostro Comune non aveva previsto nulla.Non è sempre stato così.

Nel 2013, rispondendo all’invito del Parlamento europeo, Cesena fu tra le prime città in Italia e in Europa ad attivarsi con una serie di iniziative per la Giornata europea dei Giusti - una mostra, una conferenza, uno spettacolo teatrale - che contribuirono a divulgare la storia del nostro concittadino Don Odo Contestabile, nonché il senso di un’iniziativa appena nata e quasi sconosciuta. Forse si poteva fare di più (i fondi erano scarsi), forse si poteva fare meglio (la prima volta manca sempre l’esperienza). Però fu un bel momento, di alto valore civile.

Poi non se ne fece più nulla. L’anno dopo c’erano le elezioni, le priorità erano altre. E nemmeno negli anni successivi le cose andarono diversamente: dal 2013 ad oggi Cesena non ha più celebrato la Giornata dei Giusti. Non è servito avanzare, con la mia debole voce di privato cittadino, alcune proposte presso l’amministrazione comunale.

E’ vero, se ragioniamo in termini di numeri sono io quello che sbaglia: una Giornata in memoria dei Giusti non fa “audience”, anche perché è ancora poco conosciuta dal grande pubblico. Non celebrarla, inoltre, non suscita nessuno scandalo, come succederebbe invece (parlo per ipotesi dell’irrealtà) se chi rappresenta la nostra città si dimenticasse del 27 gennaio o sorvolasse sul 25 aprile. La legge, del resto, non impone nessun obbligo.Ma è qui, in ciò che non è scontato o dovuto, che si misura la volontà di mettere in cima all’agenda la promozione di quei valori su cui si fonda il nostro vivere civile e di cui c’è tanto bisogno, anche in considerazione di preoccupanti derive che paiono diffondersi in Europa e che non hanno risparmiato la nostra città. La Giornata dei Giusti, che estende e attualizza il concetto di Giusto promosso da Yad Vashem, può essere una buona occasione per rimarcare che “ciascuno di noi può fare la differenza”, come ricordato dal ministro Dario Franceschini nel suo messaggio per il 6 marzo.Si potrebbe obiettare che in piena emergenza le mie osservazioni siano intempestive, ma non è così. Gabriele Nissim, sul Corriere della Sera, ha giustamente ricordato che anche di fronte al Coronavirus l’esempio dei Giusti può essere illuminante, perché ci insegna che siamo tutti chiamati a un’assunzione di responsabilità, per affrontare i problemi e scrivere un futuro migliore.

Creda, signor sindaco, che ho sempre fatto del mio meglio per promuovere questi principi tra i miei studenti. Sto cercando di farlo anche in questi giorni pieni di disagi e continuerò a farlo negli anni a venire. Vorrei, però, averla al mio fianco, in questa che considero a tutti gli effetti una battaglia culturale. Perché c’è bisogno di istituzioni sensibili e attente, perché l’ educazione civica non si esaurisce sui banchi di scuola.La saluto cordialmente.

Filippo Panzavolta

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Non si può non ricordare, anche in tempi di Coronavirus
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento