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Musica sacra

L'Oratorio Jephte di Giacomo Carissimi, concerto evento

Giovedì 14 luglio al santuario di Longiano

L'Oratorio Jephte di Giacomo Carissimi, concerto evento

 

Giovedì 14 luglio alle 21 il santuario del Ss. Crocifisso di Longiano ospiterà il concerto-evento dedicato alla musica sacra "Il primo ‘600. L’oratorio ‘Jephte' di Carissimi e altri grandi del tempo" a cura di e con M ° Francesca Torelli, M° Lia Serafini, M° Marina Bonetti e M° Paolo Zuccheri.

 

Il concerto è affidato a quattro straordinari  maestri  e cultori  della musica e strumenti barocchi del 600: Francesca Torelli, liuto e tiorba, che tra il suo immenso curriculum ha registrato anche sei dischi insieme ad Angelo Branduardi, Lia Serafini, voce, docente di Canto rinascimentale e barocco presso il conservatorio di musica "A. Pedrollo" di Vicenza e collaboratrice di artisti di fama internazionale come Jordi Savall, Rinaldo Alessandrini, Paola Erdas Rebeca, Marina Bonetti all’arpa e Paolo Zuccheri, docente della cattedra di Viola da gamba e Musica d'insieme per voci e strumenti antichi, presso il conservatorio "A. Steffani" di Castelfranco Veneto.

 

L'Oratorio Jephte di Giacomo Carissimi

Con Giacomo Carissimi (1605-1674) l’oratorio latino, nato dallo sviluppo del mottetto dialogico di ambito controriformistico, raggiunge le più alte vette musicali e drammatiche. Si possono riconoscere influssi diversi, dalla cantata latina alla “historia” biblica, alla lamentazione e alla nascente opera. Gli oratori venivano eseguiti ogni venerdì di quaresima, per lo più su commissione di mecenati che facevano capo all’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso in Roma. I soggetti erano tratti dall’Antico Testamento e, pur non essendo direttamente riconducibili al periodo quaresimale, ne condividevano tuttavia lo spirito penitenziale attraverso la drammaticità della narrazione. L’oratorio Jephte, considerato uno dei grandi capolavori del genere, rievoca la storia di questo condottiero degli Israeliti che, per propiziarsi la vittoria sugli Ammoniti, fa voto di immolare in sacrificio a Dio la prima persona che gli verrà incontro dopo la vittoria. Gli si presenta la sua unica figlia e la gioia del successo si trasforma repentinamente in tragedia e in un accorato lamento che accosta, in stridente contrasto, la vittoria di Israele con la morte della vergine: “In laetitia populi, in victoria Israel et gloria patris mei; ego sine filiis virgo, ego filia unigenita moriar et non vivam”. A questo lamento risponde, in chiusura, uno struggente coro a sei voci. Il testo è tratto dal Libro dei Giudici, cap. XI, con aggiunte di fonte ignota, ma forse dello stesso Carissimi.

 

Il programma della serata sarà completato da musiche di Cipriano de Rore (Ancor che cor partire), Francesco Maria Marini (Euge serve bone), Johannes Hieronymus Kapsberger (Toccata) e dello stesso Giacomo Carissimi (Salvate amor noster).

 

Tutti gli appuntamenti di Sagge sono le Muse sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti, è consigliata la prenotazione allo 0547 665850  oppure via mail a info@fondazionetitobalestra.org

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