Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 23 aprile - Terza domenica Tempo di Pasqua - Anno A

I DISCEPOLI DI EMMAUS A GESÙ «RESTA CON NOI PERCHÉ...»

At 2,14.22-33; Salmo 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35

Il tempo degli apostoli fu il tempo dei testimoni oculari di Gesù, il Risorto: bei tempi, ma fu un’epoca che non durò molto.

Ai nuovi discepoli Gesù applica una nuova beatitudine: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). Allora i discepoli della seconda generazione si chiesero: «Come possiamo incontrare Gesù di Nazaret, morto e risorto, senza averlo mai visto?».

Luca, raccontandoci le vicissitudini dei discepoli di Emmaus vuol dare una risposta a questo quesito. I due «conversavano fra di loro» a non finire (versetto 14): una conversazione che spesso si trasformava in discussione cercavano di indagare, discutere e capire, ma si arrivava sempre a un intoppo. Poi successe che «Gesù in persona, avvicinatosi, camminava con loro» (v. 15). Per il momento niente cambiò perché «i loro occhi erano impediti a riconoscerlo». Gesù rompe il ghiaccio, fa una domanda ed essi «si fermarono, col volto triste»: rimasero immobili un attimo, bloccati in una tristezza infinita. Clèopa rompe il silenzio e risponde pensando che Gesù fosse uno di quei forestieri che ignoravano gli avvenimenti di Gerusalemme.

I veri stranieri invece sono loro che non hanno compreso la Pasqua e fuggono verso Emmaus, verso ricordi di vittorie contro i nemici d’Israele: una visione della storia ben diversa da quella di Gesù. Che interesse può avere ormai un condannato a morte e crocifisso? Sepolto lui, anche i sogni dei suoi seguaci dovrebbero rimanere sepolti per sempre. «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele». All’improvviso tutte le speranze si infrangono contro l’amara realtà. Meglio cambiar aria.

Al versetto 25, Gesù inizia l’arringa e senza molti scrupoli cerca di scuoterli con titoli pesanti: ignorante, tonto, tardo di cuore. È proprio lì nel cuore - in senso biblico - dove si capisce e si prendono decisioni. Cristo, da grande esegeta, spiega loro le Sacre Scritture, cioè come esse (anche Rut) parlino di Lui, il Crocifisso-Risorto. I discepoli di Emmaus, ancora imbambolati, tentano di fermarlo: «Resta con noi, perché si fa sera… Egli entrò per rimanere con loro» (v. 29).

Gesù spezzò il pane: «Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero». Ma non si arriva al punto culminante – mangiare il corpo e bere il sangue di Cristo - senza prima essere stati riscaldati sulle cose che lo riguardano «in tutte le Scritture» (vv. 27.32).

Anche i vescovi sudamericani, in Santo Domingo (1992), non sapevano dove sbattere la testa e allora ricorsero a questo stupendo testo di Luca.

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