Commento al Vangelo
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IL GIORNO DEL SIGNORE

Domenica 5 maggio - Sesta domenica Tempo di Pasqua - Anno B

“... IO HO SCELTO VOI” E SIAMO DIVENTATI COMUNITÀ

At 10,25-26.34-35.44-48; Salmo 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17

Domenica scorsa il Vangelo insisteva sul “rimanere in” Gesù. Nella domenica 5 maggio il rimanere in Gesù corrisponde a rimanere nel suo amore (versetti 9-10). Cosa vuol dire? Dobbiamo perseverare nell’essere amati. La corrente di amore che esiste fra il Padre e il Figlio unigenito si trasferisce ai discepoli di Gesù e poi si espande per il mondo. Tutto scaturisce dall’amore del Padre e in lui tutto trova il suo compimento. L’amore che trasfigura il mondo è lo stesso che circola nelle vene dei discepoli.

Il Figlio è sempre rivolto verso il Padre facendo la sua volontà. Gesù condivise con i discepoli i segreti della vita trinitaria. «Vi ho chiamati amici», dice Cristo. Qual è il vertice dell’amore? Dare la vita per i propri amici, per coloro che si amano. Questo lo vediamo specialmente a Rafah, quando le nonne e le mamme danno la loro vita nel tentativo di proteggere i loro bambini.

Attenzione: se pensiamo che l’amore cristiano resti riservato solo per gli amici, ci stiamo sbagliando. Gli ‘amici’ non sono solo le persone simpatiche con le quali stiamo bene. Siamo amici di Gesù quando amiamo come lui: fino in fondo, senza aspettarci niente in cambio, e perfino amando i nostri nemici. Cristo dice: «Siete miei amici». E poi: «Anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri». Non c’è forse contraddizione? L’importante è imitare il Signore: noi saremo veramente suoi amici quando ci faremo servi gli uni degli altri. «Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi».

È normale che un amico comunichi all’amico quello che è e quello che sa. Il vero problema delle nostre comunità è che trascuriamo l’amicizia di Cristo. «È questa amicizia con Cristo che sta al cuore di ogni vocazione, e senza di essa, senza coltivarla, ogni vocazione si spegne, diventa sterile e triste» (abate Mauro Giuseppe Lepori). Anche questo insegnamento del Maestro mi sembra attuale: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi». Molti pensano che una comunità cristiana sia un gruppo di persone che si sono scelte per simpatia, per età o livello culturale. No, siamo stati scelti dal Signore Gesù. Dopo tutto, dobbiamo ammettere che siamo quel che siamo, e riconoscere con sincerità l’azione e la potenza della grazia di Dio in noi.

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