Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 5 marzo - 2ª domenica di Quaresima - Anno A

TRA SLANCI E CONTRADDIZIONI TUTTI CI CHIAMIAMO ’PIETRO’

Gen 12,1-4; Salmo 32; 2Tm 1,8-10; Mt 17,1-9

Forse abbiamo ancora gli occhi assonnati dopo gli strapazzi del carnevale, ma la coscienza è a posto: abbiamo ricevuto le sante ceneri sul capo.

All’improvviso arriva il messaggio di questa domenica della Trasfigurazione, che ci avvolge di luce pasquale, ma che non ci risparmia il vento gelido del Getsemani. Senza Passione non c’è Risurrezione. I “Sei giorni dopo”, osservazione importante, possono collegarci a Es 24,15-16, quando il Signore chiama Mosè, salito sul monte dal mezzo della nube, ma molto di più richiamano i versetti precedenti.

Qui Gesù rivela il mistero della sua passione, morte e resurrezione, a cui segue l’impennata di Pietro. «E fu trasfigurato» (versetto 2) è Dio che agisce: il Padre vuole manifestare la gloria del suo Figlio Gesù, interviene affinché i discepoli si preparino alla Passione imminente. La reazione di Pietro rimane alle spalle. Anche il Messia ha bisogno di direttive per andare spedito a Gerusalemme. Il volto di Cristo assomiglia al volto raggiante di Mosè che a volte teneva velato (Es 34,29-35).

Nel nostro caso, al volto del Signore nascosto, le viene tolto per pochi istanti il velo lasciando apparire la gloria della sua trascendenza. «Le sue vesti divennero candide come la luce»: fonti giudaiche raccontano che prima della caduta e di ritrovarsi nudi, Adamo ed Eva erano avvolti da una nube luminosa. Il peccato tolse loro questa trasparenza e li assoggettò l’un l’altro, ma il Messia, con la sua venuta, avrebbe ridato loro il vestito di luce che avevano perso.

«Apparvero loro Mosè ed Elia». Cosa significa? Questi due personaggi hanno vissuto già qualcosa di simile alla reazione di Pietro. Mosè rimase deluso quando il popolo peccò scegliendosi come dio un vitello d’oro. Dovette combattere contro il suo popolo che sosteneva i profeti di Baal. Tutti e due rimasero così colpiti che chiesero a Dio di morire. La trasfigurazione è un gran insegnamento per gli apostoli, ma non sembra che Pietro abbia capito: preferirebbe rimanere sul monte piuttosto che andare a Gerusalemme. I discepoli si gettarono a terra ed ebbero paura. Perché? Hanno ascoltato una voce dalla nube che li invitava a fidarsi di Gesù, il «Figlio, l’amato».

Tutti ci chiamiamo «Pietro»: siamo un fascio di contraddizioni, di slanci in avanti e passi indietro, di paure e balzi di gioia, disposti a tutto… ma alla croce: «no». Nel nostro battesimo già ci siamo immersi nel Crocifisso e Risorto. Con questa Domenica, aleggia già il tepore primaverile del giorno di Pasqua.

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Domenica 5 marzo - 2ª domenica di Quaresima - Anno A
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