Psicologia quotidiana
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I sogni ai tempi del Covid

Sognare è sempre un indice importante di salute mentale. Quando ricordiamo un sogno abbiamo uno strumento in più a nostra disposizione per conoscere meglio noi stessi. Sul lettino psicoanalitico si dà molto importanza ai sogni

Sognare è come pensare. È un modo che serve alla mente per elaborare gli aspetti conflittuali, di tensione. Un modo per rendere più vivibile la realtà che ci circonda.

Molto psicologi segnalano che, in questo periodo, le persone sognano più del solito, e spesso ricordano tutto, in maniera vivida. La pandemia sembra aver inciso anche sulla nostra attività onirica: molti sono i sogni intrisi di elementi persecutori e raffigurazioni oscure. Il lockdown, la quarantena attuata da molti, hanno attivato una dimensione claustrofobica che si è riproposta nel sogno, con scene oniriche di restare bloccati nell’ascensore, in auto, eccetera. In alcuni spavaldi che credevano di non temere il Covid-19 l’inconscio si è palesato con il sognare elementi di pericolo, imprevedibili e minacciosi.

Durante le notti di questo ultimo anno sono aumentati anche gli incubi, sia nei bambini che negli adulti. L’incubo però non è un sogno, al contrario, è un sogno interrotto, che non è arrivato alla completa elaborazione. Questo accade solitamente quando l’angoscia è troppo grande e il sogno non riesce a fare il proprio lavoro.

Sognare è sempre un indice importante di salute mentale. Quando ricordiamo un sogno abbiamo uno strumento in più a nostra disposizione per conoscere meglio noi stessi. Sul lettino psicoanalitico si dà molto importanza ai sogni.

L’attuale presidente della Società psicoanalitica italiana, dottoressa Anna Maria Nicolò, in una recente intervista riporta che: "Lo psicoanalista è il metodologo, ovvero la persona che è in grado di darci uno strumento per decodificare la nostra vita e anche i sogni ovviamente. Se abbiamo una certa sensibilità ripensando o anche raccontando un sogno ad alta voce - e consideriamo che il sogno narrato spesso si arricchisce di particolari, di elementi che ricordiamo soltanto quando ne parliamo ad alta voce possiamo capire qualcosa in più di noi stessi".

Pertanto, in questo momento così difficile, dove è ancor più complesso decodificare il nostro mondo interno, possiamo metterci in ascolto dei nostri sogni, che Freud considerava “la via regia” per accedere all’inconscio.

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