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Non si ascolta bene che con il cuore

Dopo gli occhi, le orecchie. E il cuore. È il percorso indicato da papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà il 29 maggio 2022

Non si ascolta bene che con il cuore

Dopo gli occhi, le orecchie. E il cuore. È il percorso indicato da papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà il 29 maggio 2022. Il titolo – “Ascoltare con l’orecchio del cuore” – fa esplicito riferimento al percorso iniziato lo scorso anno con le parole sull’importanza di “andare a vedere” e sull’educazione dello sguardo.

Il taglio del discorso, come sempre nei testi di papa Bergoglio, è narrativo ed esperienziale. A un illustre medico – racconta – è stato chiesto quale sia il bisogno più grande degli esseri umani. La sua risposta fu: “Il desiderio sconfinato di essere ascoltati”. Un desiderio che spesso rimane nascosto, ma che interpella chiunque sia chiamato ad essere educatore o formatore, o svolga comunque un ruolo di comunicatore: i genitori e gli insegnanti, i pastori e gli operatori pastorali, i lavoratori dell’informazione e quanti prestano un servizio sociale o politico.

Le fonti a cui attinge il Papa sono bibliche. “Dammi un cuore che ascolta” era la preghiera di re Salomone. Non mancano poi i riferimenti alle storie dei santi, a partire da Sant’Agostino, che ammoniva: “Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore” e da San Francesco d’Assisi, che esortava i propri fratelli a “inclinare l’orecchio del cuore”. Ma il pensiero corre subito all’attualità e al mancato ascolto che caratterizza i rapporti sociali e familiari e non di meno le relazioni fra gli Stati. Come insegnava il cardinale Agostino Casaroli, un grande diplomatico della Santa Sede, l’ascolto è faticoso; richiede il “martirio della pazienza”, necessario per ascoltare e farsi ascoltare nelle trattative con gli interlocutori più difficili, al fine di ottenere il maggior bene possibile.

Francesco non dimentica il Cammino sinodale in cui sono impegnate le diocesi e le parrocchie in tutto il mondo: “Anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri”. Nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”, prosegue. Ascoltare prima di parlare. D’altronde, chi ama ascolta.

Nel suo “piccolo principe” Antoine De Saint-Exupery scolpiva alcune parole divenute le più citate al mondo: “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Ora Francesco sembra volergli fare eco aggiungendo: “e non si ascolta bene che con il cuore”.

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