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Stefano Bonacini, dal Carpi a Cesena?

Formalmente nessun appuntamento, ma l'imprenditore è libero e potrebbe entrare nel club bianconero come socio di minoranza

Stefano Bonacini, dal Carpi a Cesena?

Dal Carpi al Cesena. Stefano Bonacini da pochi giorni ha venduto la società biancorossa ad una cordata emiliano-veneta per circa 1 milione di euro e ora potrebbe entrare come socio di minoranza in riva al Savio. Prima però l’ultimo saluto e le pratiche formali da completare in Emilia, “dopo qualche giorno a Riccione - spiega l’ex presidente del club di serie C - sono tornato in città per il passaggio di consegne. Questa settimana le dedico a questo”.

Col Cesena sembra non avere nuovi appuntamenti in settembre ma gioca a carte coperte perché seppur giovedì scorso sia stato ricevuto nella sede di Teleromagna, afferma che “io non ho incontrato nessuno, dal 27 agosto sono libero e posso interessarmi ad altre cose, altrimenti rimango fermo. Questa ipotesi è al momento la più facile”.

La riservatezza è segno che sotto la cenere il fuoco è vivo. “Nell’incontro con Bonacini, Padovani ha presentato il Cesena - puntualizza il presidente Corrado Augusto Patrignani - una società non in vendita ma che ha bisogno di un aiuto per aver maggiori ambizioni”. Proprio della piazza romagnola, il patron di Gaudì è chiaro “in Serie C non so neanche come ci possa stare. Meriterebbe una categoria diversa, io dico minimo la serie B o anche la A. La storia del Cesena è quarantennale, mi ricordo quando giocava Schachner. Il tifo non si costruisce, in Emilia ci sono tante squadre attorno a Carpi come Sassuolo, Bologna, Parma, Reggiana, Spal e Modena, non è facile catturare il pubblico anche se la gente si stava appassionando. Da questo punto di vista Cesena ha maggior appeal, non sputo nel piatto dove ho mangiato fino a poco fa, ma attorno non ci sono grandi realtà che possono farle concorrenza”.

Un uomo chiave in comune è rappresentato dalla figura di Fabrizio Castori. “È un amico - confessa Bonacini - gli faccio i miei complimenti anche se non è riuscito a salvarsi per pochi punti. È stato l’unico tecnico vero tra i 15 allenatori che ho cambiato nella mia gestione a Carpi. Mi è rimasto nel cuore per via della sincerità e dell’amore profuso verso la propria squadra, si butterebbe anche nel fuoco per essa. È un valore che non ho visto da nessuna parte, Fabrizio ha uno spessore completamente diverso dal resto della fauna calcistica: ha senso del dovere, del rispetto e dell’amicizia. Va solo applaudito”. Probabilmente in settembre ci saranno nuovi contatti tra Cesena e Bonacini, in attesa di una proposta scritta formale che ne certifichi un interesse concreto.

“Oggi la proprietà è da rispettare - analizza l’imprenditore - perché ha risollevato il calcio dopo il fallimento della precedente gestione. Hanno dato continuità al movimento che sembrava spento. Per arrivare a determinati risultati occorrono oltre ai soldi, anche competenza, strategia e fortuna. Io non conosco i piani dei soci del Cavalluccio e non mi permetto di giudicarli. Parlo per me: ho sempre applicato una gestione oculata dal punto di vista economico, non bisogna buttare via risorse. È corretto non fare il passo più lungo della gamba, non arriva Babbo Natale. La serie A a Carpi l’ho raggiunta con competenza e fortuna, a volte con azzardi ma senza mandare in crisi le aziende dei soci”. Un biglietto da visita senza fronzoli che fa ben sperare in vista di una possibile trattativa futura.

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