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emergenza sanitaria

Coronavirus, il sindaco Baccini scrive al Governo: "Servono misure più restrittive"

Per il primo cittadino è necessario "elevare ancora il livello delle restrizioni"

Baccini (foto archivio)

Nell’ambito della gestione dell’emergenza del Coronavirus, il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini chiede di elevare ancora il livello delle restrizioni, con un provvedimento che disponga la chiusura di tutte le attività non essenziali e un divieto più stringente di uscire di casa.

È quanto richiede il primo cittadino in una lettera indirizzata direttamente al presidente del Consiglio Conte, al ministro dell’Interno Lamorgese e al nuovo commissario straordinario per l’emergenza Arcuri.

Per Baccini "il quadro delle restrizioni e delle condotte ammesse, in termini di sospensione di alcune attività e di continuazione di altre, così come di condotte vietate e ammesse, sta generando la non auspicata conseguenza di non “centrare” in modo efficace e immediato l’obiettivo del contenimento del virus".

"Ancora troppe persone - scrive Baccini - circolano in luoghi pubblici e privati, le aziende non sospese - che non possono attivare il lavoro agile - concentrano quotidianamente numeri di personale elevato, la possibilità dell’attività motoria diventa una “giustificazione” per riversarsi in strada o nei parchi, e ,d’altra parte, le Forze dell’ordine nella loro intensa attività non riescono a contenere le pratiche vietate".

Per Baccini, "se questo avviene in un Comune di dimensioni medio-piccole, ove ancora il senso di comunità è particolarmente sentito, ho il timore che questa situazione sia ancor più diffusa nei grandi agglomerati urbani e, di conseguenza, in tutto il territorio nazionale, con la conseguenza di non riuscire, nonostante le misure adottate, a contenere l’espansione del virus".

"È sulla base di queste constatazioni – ecco la richiesta del sindaco di Bagno di Romagna - che vi sottopongo l’opportunità, o addirittura la necessità, di elevare ancora il livello delle restrizioni, con un provvedimento che disponga la chiusura di tutte le attività non essenziali e il divieto di uscire di casa se strettamente non per le tre motivazioni già indicate nei precedenti provvedimenti".

"Comprendo bene l- conclude Baccini - l’impatto sull’economia del Paese, ma ritengo che, in questo momento, la tutela delle persone e dei lavoratori sia una questione talmente urgente e prioritaria da dover affrontare anche questo scenario. Peraltro, in questo modo avremmo la ragionevole certezza di uscire quanto prima da una situazione critica, che in prospettiva potrebbe avere effetti positivi anche sull’economia stessa, permettendo ad aziende e lavoratori di ripartire il prima possibile".

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