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Famiglia sfrattata a Mercato Saraceno, il Comune: "Nucleo conosciuto e supportato"

La vicenda sotto i riflettori dei media nazionali. Il punto di vista dell'Amministrazione

Foto di Oleksandr Pidvalnyi da Pixabay

La vicenda di una famiglia sfrattata di Mercato Saraceno sotto i riflettori delle testate nazionali. Nei giorni scorsi se ne sono interessati anche il Tg5 e la trasmissione "La vita in diretta" di Rai1. La storia è quella dei coniugi Calzoni e Cominini che hanno dovuto abbandonare la casa in cui vivevano, in condizioni insalubri, nella frazione di Monte Castello, dormendo poi in un’auto parcheggiata in una piazzola dell’E45, dopo aver rifiutato una sistemazione temporanea in una presunta comunità di recupero.

Il Comune di Mercato Saraceno, e l'Unione Valle Savio in una nota inviata oggi alla stampa, intende fare luce sulla vicenda. 

"La famiglia oggetto di tanta attenzione dei media  - spiegano gli Enti - è conosciuta e supportata dal Comune e dal servizio sociale dell’Unione Valle Savio da molto tempo ed è inoltre aiutata in maniera continuativa da tutte le associazioni del terzo settore e dalla comunità ecclesiastica, che insieme ai servizi sociali creano una importante rete di supporto alla marginalità".

"Nel marzo 2023 - prosegue la nota - ci è giunta informazione del potenziale sfratto di cui questa famiglia era oggetto, e da quel momento il servizio sociale e l’Amministrazione si sono impegnati per cercare una soluzione, e per mettere a punto, insieme al nucleo familiare, strategie che portassero ad una autonomia sociale ed economica. Delle svariate e consistenti proposte avanzate da Amministrazione e servizi sociali nessuna è stata accolta dalla famiglia. Fra le soluzioni proposte è importante citare: forme contributive per sostenere la famiglia nell’acquisto di una automobile; contributi economici per il sostegno all’affitto; assegnazione di un alloggio temporaneo per le emergenze abitative. L’alloggio citato a più riprese dal nucleo come soluzione offerta da amministrazione e servizi sociali non è affatto una “comunità di tossicodipendenti”, bensì un virtuoso progetto di Unione volto ad affrontare i problemi di emergenza abitativa sempre più presenti su tutto il territorio nazionale. L’appartamento offerto alla famiglia è parte di un progetto di co-housing che prevede affiancamento educativo ai fini di inserimento lavorativo e sociale, ed è stato progettato ad hoc sui bisogni delle persone ospitate. In questo progetto di co-housing sono al momento ospitate altre famiglie ed altri minori, con problemi di emergenza abitativa, esattamente come il nucleo in questione".

Per Comune e Unione "riferirsi al progetto di co-housing come a una “comunità di tossicodipendenti”, come fatto dalla famiglia e da alcuni giornalisti, non solo rappresenta una menzogna, ma costituisce vera e propria diffamazione di tutte le persone ospitate. La famiglia è in graduatoria per un alloggio di edilizia residenziale pubblica che per equità e giustizia sociale gli verrà assegnato solo nel momento in cui si raggiungerà la loro posizione nella lista, compatibilmente con le disponibilità del territorio. Ci teniamo poi a precisare che nell’ultimo colloquio avvenuto la famiglia ci ha comunicato di aver possibilità di ricevere ospitalità da un altro membro della stessa".

Nella nota si sottolinea infine che "soggiornare e pernottare in un’automobile posteggiata in una piazzola della strada e45, sempre che questo sia avvenuto, è pericoloso, oltre che illegale. Ed è completa responsabilità della famiglia aver deciso di compiere questo atto. Esprimiamo il nostro rammarico nel constatare l’assoluta parzialità e imprecisione delle informazioni riportate dai media a livello nazionale. Riportare le dichiarazioni di solo una delle parti in causa e non premurarsi nemmeno di verificarne l’attendibilità è sintomo di scarsa serietà nello svolgere la professione giornalistica, e lede immeritatamente l’onore di tutta la comunità di Mercato Saraceno, dell’Amministrazione, dei servizi sociali dell’Unione, e di tante persone che hanno cercato per anni di aiutare questa famiglia".

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