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DAL MONDO

Bloccati in Kuwait per possibili mancati pagamenti della Cmc, il cesenate Urciuoli e il portoghese Pinela controllati a vista

I due sono bloccati nel Paese del Golfo da mercoledì 21 novembre

Ricardo Pinela in cella. Foto scattata dal collega Urciuoli

“Vogliamo tornare a casa”. È questo l’appello che arriva dal Kuwait dal cesenate Andrea Urciuoli e dal collega portoghese Ricardo Pinela, entrambi bloccati nel paese del Golfo a causa di presunti mancati pagamenti da parte della Cmc, la Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, che da oltre tre anni ha cantieri in attivo in Kuwait. La vicenda ha preso avvio mercoledì 21 novembre quando gli agenti della Polizia locale hanno trattenuto i due dipendenti con l'accusa di aver sottratto un macchinario di lavoro e per non aver pagato il dovuto ai subappaltatori del cantiere. Accuse rimandate al mittente dagli interessati i quali fanno sapere che il macchinario di perforazione è ancora in cantiere e che l’ammanco è dovuto a un ritardo dei pagamenti da parte dei clienti e che la Cmc intende pagare. Dopo aver retribuito i circa 289 dipendenti locali della Cmc, Urciuoli e Pinela sono stati rinchiusi in una stanza in attesa di essere rilasciati ma da allora sono tenuti costantemente sotto controllo. “Non possono lasciare il Paese”, fa sapere un familiare. “Su loro – spiega – pesa il blocco aeroportuale e così sarà almeno fino a mercoledì, o giovedì, quando ci saranno sviluppi sul caso da parte di un investigatore locale”. Intanto, nella giornata di ieri Urciuoli e Pinela non sono stati arrestati come aveva annunciato loro un sms ricevuto via Whatsapp da un agente di viaggio locale. Adesso si attende un possibile interrogatorio. Come fa sapere ancora il familiare interpellato, i due “detenuti” chiedono alle autorità italiane e portoghesi di fare il possibile affinché la situazione si sblocchi.

Intanto, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi ha inviato, questa mattina, una lettera al Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi per chiedere un suo tempestivo intervento nella vicenda che vede coinvolto il cesenate La decisione di scrivere al Ministro Moavero Milanesi è scaturita da una sollecitazione dello stesso Urcioli che, conoscendo personalmente l’assessore Zammarchi, si è rivolto a lui per chiedere l’aiuto del Comune, sentendosi abbandonato dalle autorità italiane. “In questi giorni – scrive il primo cittadino cesenate – gli organi di stampa locali e nazionali ci informano di come un nostro concittadino, il cesenate Andrea Urciuoli, ed il suo collega portoghese Ricardo Pinela, si trovino bloccati in Kuwait con l’accusa di furto e danneggiamento di un macchinario di perforazione. Sono a sollecitare un rapido e urgente intervento delle forze diplomatiche, al fine di poter far rientrare in Italia il nostro concittadino ed il suo collega. Il difficile momento che sta attraversando l’impresa della quale Urciuoli e Pineda sono dipendenti, non deve mettere in alcun modo in pericolo i suoi lavoratori – privandoli di fatto della loro libertà in un paese estero, senza che abbiano commesso alcun tipo di reato –, come invece sta avvenendo in questo caso”.

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