Cesena
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Patrimonio pubblico 

I no all'alienazione dell'ex Lazzaretto

Ute, lista civica Cambiamo e Touring club esprimono dissenso

I no all'alienazione dell'ex Lazzaretto

L’Università della Terza Età di Cesena esprime con una nota giunta in redazione "forte preoccupazione per l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di porre in vendita una delle emergenze architettoniche di maggior rilievo della nostra sfortunata cinta muraria trecentesca: il cosiddetto Lazzaretto nei pressi di San Domenico".

"...Si legge - prosegue il documento - che il Lazzaretto versa in precarie condizioni: ma se la proprietà è pubblica… non era forse il caso di presentare un progetto di restauro complessivo delle mura, approfittando dell’occasione del Pnrr ? Abbiamo letto di decine di milioni che pioveranno a Cesena. Nessuno ha pensato al Museo della città nel magnifico complesso di Sant’Agostino oppure alle mura della città? Si è ancora in tempo? Oltre alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena che ha dato l’incarico agli architetti Montalti e Castagnoli … il Comune ha inserito il restauro scientifico delle mura fra i suoi progetti?". 

Insieme a Ute, si levano altre voci contrarie.

Luigi di Placido della lista civica Cambiamo commenta, con un comunicato stampa, che "la scelta di vendere l’ex Lazzaretto stona con la tanto sbandierata ristrutturazione dell’ex Roverella (immobile, lo ricordiamo, che non è di proprietà del Comune) e con i costi che l’amministrazione sostiene annualmente per la gestione del San Biagio. E lo stesso discorso potremmo farlo per il Palazzaccio, ridotto in condizioni pietose, ma per il quale, per fortuna, su nostra sollecitazione, è giunto in salvo il Consiglio Comunale con un pronunciamento bipartisan che impegna la Giunta al suo recupero e al suo rilancio. 

Per tutti questi beni il Comune cerca puntualmente delle scorciatoie, dei palliativi, qualche privato che lo sollevi dall’onere della gestione, senza una visione che coinvolga non solo la cultura ma anche il turismo della nostra città. 

Detto che le condizioni dell’ex Lazzaretto sono talmente degradate che, al di là del prezzo d’asta, ciò che dovrebbe preoccupare un potenziale acquirente è l’ingente somma che servirà per il suo restyling complessivo, viene normale chiedersi per quale ragione l’amministrazione non si prodighi per reperire fondi per questi edifici storici. E dunque, poiché la storia si ripete, sorge il sospetto che il Comune di Cesena preferisca vendere i suoi beni immobili, anche quelli più identitari, o assegnarne la gestione ad altri, semplicemente perché non è in grado di pensare per essi progetti strategici di sviluppo più ambiziosi".

Altro no arriva dal Touring club italiano. "Riteniamo doveroso aggiungere anche la voce del Touring club italiano a quelle di Italia Nostra e dell'Università della Terza Età - afferma Pier Luigi Bazzocchi, console Emilia Romagna per Touring Club, tramite comunicato stampa inviato in redazione -  in difesa del valore pubblico dello storico edificio dell'ex Lazzaretto da coniugare con un forte impegno per il suo restauro. Il Touring insieme a CulturAmbiente, associazione romagnola di recente formazione, ha anche redatto, da tempo, una bozza di progetto per la valorizzazione turistica del percorso delle mura di Cesena presentato anche alla Fondazione della locale Cassa di Risparmio, che - fra l'altro - prevede un forte coinvolgimento delle scuole cittadine. Purtroppo stiamo assistendo all'accantonamento di fatto dello sviluppo turistico della nostra città proprio in un periodo nel quale maggiori sono le opportunità offerte dallo Stato e dall' Europa per l'accesso a finanaziamenti proprio per investimenti in questo settore. Cesena ha la fortuna ma anche il merito derivato da scelte del passato di avere conservato gran parte delle sue storiche mura come in nessun altra città della Romagna. Certo comprendiamo che un impegno per il restauro e la valorizzazione delle mura ha un costo notevole e che senza alcun intervento l'unica alternativa è un inesorabile degrado. Si tratta quindi di fare delle scelte ma noi questa scelta di cedere a privati la proprietà degli edifici storici che punteggiano le nostre mura non l'approviamo".

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