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Emergenza sanitaria ed economia

Imprese bloccate, il grido di dolore di Patrignani (Confcommercio)

"Imprese senza lavoro e si sta sprecando tempo!" questa la geremiade del presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani che rimarca come da quasi 50 giorni nel cesenate il 70 per cento delle imprese commerciali, turistiche e del terziario sia bloccata, senza lavoro e senza reddito

Imprese bloccate, il grido di dolore di Patrignani (Confcommercio)

"Imprese senza lavoro e si sta sprecando tempo!" questa la geremiade del presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani che rimarca come da quasi 50 giorni nel cesenate il 70 per cento delle imprese commerciali, turistiche e del terziario sia bloccata, senza lavoro e senza reddito: "mentre i provvedimenti annunciati per sostenerle in questa fase drammatica dell'emergenza coronavirus non sono ancora operativi o, in ogni caso, sono inaccettabilmente inferiori rispetto a ciò che serve".

"Premesso che la questione sanitaria è prioritaria, anche quella economica abbisogna di interventi straordinari. Non ordinari, ma eccezionali. Le imprese vogliono ripartire in sicurezza. Constatiamo però che si tergiversa, si sta facendo poco e ancora comanda sovrana la perfida burocrazia. Così non ci siamo. Ora è urgente far sopravvivere le imprese e le famiglie che vi lavorano per non fare piombare il Paese e anche il nostro territorio in una crisi irreversibile. Purtroppo quanto messo in campo anche nel tanto atteso decreto di aprile è assolutamente inadeguato: troppo poco rispetto a quel che serve e quel poco ancora una volta bloccato dalla burocrazia che rappresenta un altro virus letale per la vita delle imprese".

"Per aiutare le imprese in questo drammatico momento - dice ancora il presidente Patrignani - bisognerebbe almeno per un giorno aver provato a fare l'imprenditore. Il governo capirebbe allora, che per uscirne fuori salvi, deve mettere in campo due cose e e farle subito saltando ogni tipo di paletto burocratico: tagliare tasse contributi, non sospenderli; fare debito e non farlo fare alle imprese. O si prende questa strada o ci si assume la responsabilità politica e morale di compromettere il futuro di tanti imprenditori e famiglie. Il vero e vero e tangibile sostegno che serve è la liquidità da versare con semplici modalità sui conti correnti come hanno fatto altri paese europei e in aggiunta misure previste per agevolare la ripartenza con finanziamenti garantiti dallo stato e con oneri ridotti. Finora si sta facendo il contrario: si sta pensando alla frusta senza il cavallo. Perché la Germania,che  ha avuto il virus dopo di noi, è già ripartita? Perché Spagna e Francia vanno più forte di noi verso la ripresa? Avevamo il vantaggio del tempo, ma siamo stati superati. Siamo in un mare di guai e ci si muove come se il marinaio non sapesse individuare la rotta".

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