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Trevi, risultati deludenti e voragine sul debito

Sono stati comunicati oggi i dati del preconsuntivo 2019 di Trevi finanziaria industriale. Il Consiglio di amministrazione della società ha rilevato “significativi scostamenti rispetto ai dati previsionali contenuti nel Piano industriale”. Il debito è di oltre 500 milioni di euro superiore alle previsioni

Trevi, risultati deludenti e voragine sul debito

Sono stati comunicati oggi i dati del preconsuntivo 2019 di Trevi finanziaria industriale. Il Consiglio di amministrazione della società ha rilevato “significativi scostamenti rispetto ai dati previsionali contenuti nel Piano industriale”.

Il preconsuntivo per l’esercizio 2019 vede ricavi consolidati per 624,3 milioni di euro (circa 50 milioni in meno delle previsioni); un utile prima di interessi e tasse pari a 59 milioni (2 milioni di euro in meno rispetto alle previsioni); un margine operativo di 41 milioni (16 milioni in meno); un risultato ante imposte negativo per 38 milioni (circa 47 milioni di euro in meno delle previsioni). Il risultato netto, prima della quota di terzi, è negativo per 73 milioni di euro (peggiore di 236 milioni rispetto alle previsioni) e l’indebitamento finanziario netto del gruppo è pari a 732 milioni di euro (peggiore di 519 milioni rispetto alle previsioni).

I dati preconsuntivi 2019 sono stati confrontati dal Cda con i dati del Piano Industriale “che non tengono conto però delle rettifiche necessarie a riflettere gli effetti del completamento della manovra finanziaria (che il Piano ipotizzava completarsi entro il 2019), dell’applicazione dell’IFRS 16 e del diverso criterio di contabilizzazione dei risultati della commessa di Boone Dam negli Stati Uniti. Infine, i dati preconsuntivi non tengono ancora conto di eventuali effetti derivanti da impairment test e non sono stati ancora sottoposti a audit da parte della società di revisione”.

La Società comunque “ritiene che gli stessi non siano tali da pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Industriale nell’orizzonte temporale da esso considerato (2019-2022)”.

In merito alla pandemia da Covid-19, la società ritiene che “dovranno essere aggiornate al ribasso le previsioni di risultato del Gruppo per l’esercizio 2020. Il perdurare della situazione di emergenza oltre il 31 maggio potrebbe rendere inattendibili le assunzioni prese in considerazione in relazione all’anno 2020 e imporre ulteriori verifiche circa le previsioni di raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale”.

La Società ritiene poi ragionevole che “una volta ottenuta la necessaria autorizzazione, l’avvio dell’aumento di capitale possa intervenire entro il mese corrente”.

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