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Villalta, vescovo e sindaco a confronto sul bene comune

La serata si è tenuta nell'ambito della festa parrocchiale. "Il cristiano è anche un buon cittadino e non può non interessarsi della città dell'uomo", ha detto monsignor Regattieri. Il sindaco Gozzoli sulla faccenda mafia: "Ho fatto solo il mio dovere"

Il parroco di Villalta don Giovanni Barduzzi saluta al termine dell'incontro con il vescovo Douglas Regattieri e il sindaco Matteo Gozzoli

"Il bene comune - ha detto ieri sera a Villalta il vescovo Douglas Regattieri - è uno dei pilastri della Dottrina sociale della Chiesa". Chiamato a un incontro con il sindaco Matteo Gozzoli sulla presenza dei cittadini e dei cristiani nella società, introdotto dal parroco don Giovanni Barduzzi, il presule ha precisato come credenti "le cose di questo mondo ci interessano". Anzi, ha incalzato, "il cristiano è anche un buon cittadino e non può non interessarsi della città dell'uomo".

La Chiesa è sempre inserita in un dato contesto, e si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà, come ha scritto papa Francesco anche nell'esortazione apostolica diffusa ieri Laudate Deum sulla crisi climatica. "Il Papa - ha messo in evidenza il vescovo - al numero 2 dell'esortazione apostolica, dice il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Un'affermazione forte che manifesta la preoccupazione per tutta l'umanità".

Sul rischio di infiltrazioni mafiose a Cesenatico denunciate dal sindaco e diventate un caso nazionale, Gozzoli ha messo in evidenza quanto ciascun cittadino debba sta sempre allertato. "A motivo del turismo - ha detto Gozzoli - siamo un territorio appetibile. Non dobbiamo fare finta che la mafia sia un mondo che non esiste e non ci riguarda".

Il primo cittadino in breve ha riepilogato i fatti. "Per caso nel 2018 diverse attività note hanno cambiato gestione in maniera rapida. Abbiamo notato che si trattava di imprenditori, anche delinquenti, quasi tutti calabresi. Alcuni agenti della Polizia locale sono stati minacciati, in uno stile per noi non usuale. E non è successo solo a Cesenatico, ma anche a Cervia, a Imola, a Reggio Emilia".

Poi la novità. "Solo ieri (martedì 3 ottobre, ndr) il Comune di Cesenatico nel processo Radici si è costituito parte civile. Per quel che mi riguarda, ho fatto solo il mio dovere. Visto da fuori può apparire facile, ma vi assicuro che non è semplice".

Come mai i cristiani non si impegnano in politica? Al quesito ha tentato una risposta il vescovo Regattieri. "Molti sono i delusi dalla politica. Noto una certa sfiducia in giro, anche se tanti svolgono bene il loro mestiere e il loro incarico. I giovani, in particolari, li vedo molto lontani, anche nel momento del voto. La Chiesa si impegna nel formare coscienze cristiane autentiche e ad assumersi responsabilità".

A Cesenatico per martedì 10 ottobre è convocato un Consiglio comunale aperto sul futuro dell'ospedale "Marconi". Su questo delicato tema, "è giusto, mi pare, che la comunità si interroghi - ha detto Gozzoli -. Oggi abbiamo tanti anziani soli. Occorre riorganizzare la rete dei servizi. I cosiddetti codici bianchi e verdi intasano il Pronto soccorso. Ci vogliono servizi di prossimità che sono anche da spiegare e da fare comprendere. Non è sempre facile far capire a chi deve decidere le esigenze del nostro territorio che va dai 26 mila abitanti ai 120 mila della piena estate".

E la preoccupazione maggiore? "Tenere insieme la comunità - è la risposta secca del sindaco -. Come ha ricordato il vescovo con le parole del Papa, la società si sta sgretolando e c'è sempre meno partecipazione, anche per le associazioni di volontariato, i partiti, i sindacati. Il sindaco vuole essere il primo cittadino di tutti, nessuno escluso, entroterra e mare, di chi mi ha votato e di chi non l'ha affto. Anzi, diffido di chi inizia a parlarmi dicendo: io ti ho votato".

Monsignor Regattieri ha raccontato di come ha vissuto i giorni dell'alluvione. Era in Benin per un viaggio missionario. "Vedevo le immagini in televisione ed ero in ansia per quel che stava accadendo. Ho vissuto quei giorni da lontano con una grande tensione. Appena tornato sono rimasto colpito dai cavalcavia pieni zeppi di auto, messe lì per salvarle dall'acqua. Il viaggio dall'aeroporto è stato avventuroso. L'autostrada era chiusa. Ci hanno deviato su Ravenna. Poi ho visto un mare di giovani armati di pale e stivali. La solidarietà è scoppiata. Questo fatto mi ha molto impressionato. Per stare con la mia gente, ho rinunciato all'assemblea della Cei. Cosa può fare la Chiesa in questi casi? Sta accanto, nella sofferenza. Si fa prossima, con gratuità, verso chiunque".

Poi il ricordo più vivo del vescovo. "Deve essere stato lo Spirito Santo che ci ha ispirati. Ho proposto in un incontro con sacerdoti e laici sull'emergenza in atto la processione del Corpus Domini nelle via della parrocchia di San Rocco, il territorio più danneggiato a Cesena, con la benedizione della città dalla cima del Ponte vecchio. Credo che quel gesto, accolto da tutti con grande favore, rimarrà nella storia della città e della Diocesi".

Matteo Gozzoli è anche un grande appassionato di bicicletta. Ha concluso la Nove colli due domeniche fa con un ottimo tempo. Ma dove trova le energie e lo spazio nelle sue giornate strapiene? "Mi sveglio presto, faccio sacrifici, ma mi serve per liberare mente e corpo". Il vescovo, dal canto suo, ha confidato di leggere molto e di ascoltare musica. In estate vado in montagna". Poi ha anticipato una sua decisione futura: "Quando sarò in pensione, dal prossimo anno (oggi, 5 ottobre, il vescovo compie 74 anni, ndr) mi dedicherò al ministero della confessione che un vescovo pratica poco. Andrò al Monte a confessare".

La gente ormai si confessa poco "perché non c'è più il senso del peccato e non c'è sempre un sacerdote disponibile. Al Monte, ai cappuccini e in Cattedrale uno c'è sempre", ha fatto notare il presule.

"Chiedo alla comunità di Villalta e alla comunità cristiana in genere - ha risposto il sindaco a una domanda - che si mantenga coesa e aperta al dialogo, come avviene per esempio in occasione della commemorazione dei caduti, il 4 novembre di ogni anno" e anche per l'apertura del presepe in strada.

Il vescovo dal sindaco si aspetta che riesca sempre a interessarsi ai problemi concreti della gente.

Su giovani e Covid sono emerse le ultime riflessioni. "Con la solidarietà manifestata durante i giorni dell'alluvione, i giovani hanno dato fiato a un'esigenza presente nel cuore di ogni uomo, quello di rendersi utili agli altri", ha detto monsignor Regattieri.

Nei giovani e nei giovanissimi, ha messo in evidenza Gozzoli, anche dopo il Covid, "c'è un aumento del disagio molto forte. C'è un vuoto affettivo e in questo gioca un ruolo molto importante la famiglia. Noto anche una grande energia per mettersi in gioco, come è accaduto con alcune raccolte fondi per dotare di un'assistenza psicologica una scuola media dopo un fatto drammatico".

Sul calo della frequenza dopo la pandemia, il vescovo ha riferito che "il Covid ha destabilizzato alcune certezze. Da quella precarietà, come comunità cristiana dobbiamo uscire con maggiore forza. La riduzione numerica può essere un'opportunità per essere più incisivi. Papa Benedetto le chiamava minoranze creative".

Mercoledì 11 ottobre a Bagnarola don Gian Piero Casadei, parroco a Cesenatico e referente del Sinodo per la Diocesi di Cesena-Sarsina, interverrà su "La gioia nasce camminando insieme". Inizio alle 20,45.

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