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Polizia locale a convegno a Riccione

Attaccati a Internet pure al volante, i rischi dei telefonino-dipendenti alla guida

Nel corso delle "Giornate della Polizia locale e sicurezza urbana", organizzate a Riccione da domani a sabato, ci sarà spazio per approfondire tematiche di sicurezza stradale. Tra queste, la sociologa cesenate Barbara Riva approfondirà i rischi per i guidatori con una dipendenza dalla Rete .

Attaccati a Internet pure al volante, i rischi dei telefonino-dipendenti alla guida

La sociologa cesenate Barbara Riva interverrà alla 38esima edizione de “Le giornate della Polizia locale e Sicurezza Urbana”, organizzate dal Gruppo Maggioli. Si tratta di tre giornate formative che riuniscono a Riccione la Polizia locale d’Italia e il personale della pubblica amministrazione da giovedì 19 settembre a sabato 21

La Riva tratterà di “Utilizzo conscio ed inconscio di Smartphone e Internet: tra necessità, rischi, dipendenze e malattia” nella sessione di Polizia Giudiziaria “Cyber bullismo, nomofobia, ludopatia e Internet gaming disorders”, prevista per giovedì 19 settembre, tutta dedicata al fenomeno dell’online, sue potenzialità e molteplici rischi, che vanno dal divertimento alla patologia, dal gioco al crimine: fenomeno purtroppo di massima attualità. 

Affidati a Barbara Riva gli aspetti sociali del problema connesso alle interconnessioni tra rischi che si celano dietro ad attaccamenti eccessivi, ad esempio, verso i diversi device, e la dipendenza da app (Nomofobia, Internet Gaming Disorder - riconosciuto lo scorso maggio dall’Oms malattia sociale -, Internet Addiction Disorder): interconnessioni che hanno ricadute anche in termini di sicurezza stradale. 

“Si tratta di un fenomeno complesso e soprattutto che riguarda, per dirla alla Gabbani ‘gli internettologi del web’ di tutte le età, non solo i giovani, che comunque sono maggiormente esposti e ha importanti ricadute anche per la sicurezza stradale. Tutti ne siamo coinvolti, anche se spesso inconsapevolmente, perché ormai tutti sfruttiamo ampiamente le più innocue (ed utili) potenzialità che Internet e le diverse app offrono. Tanti di noi passano ore e ore su Internet e non ne sanno fare a meno, anche solo perché con un’app possiamo accendere l’inverter di casa, controllare il buon funzionamento di un frigo, lavorare o distrarci su Facebook. Fa stupire che su 2600 giovani, recentemente intervistati, oltre il 19 per cento passi più di 8 ore con il proprio Smartphone? O che oltre il 23 per cento consideri lo Smartphone “lo strumento di relazione per eccellenza” e circa il 9 per cento “la mia voce, l’insieme dei miei rapporti sociali”?  Non è forse che questi giovani, i nostri figli, sono quelli ai quali abbiamo regalato uno Smartphone precocemente per tenerli monitorati? O sono quelli che fin da quando erano nel grembo materno abbiamo cresciuto a suon di foto e like? Si pensi che tra i 2600 giovani intervistati il 47 per cento, se si dimentica il “cell” a casa torna subito a riprenderlo e che quando arriva una notifica molti ci guardano subito ed “unicamente” per curiosità. Ovvio, che quando alla curiosità per la notifica si aggiunge la dipendenza da gioco online: il dado è tratto in termini di distrazioni pericolose. C’è però un dato che rincuora. Molti giovani intervistati, forse più degli adulti, iniziano, almeno a parole, a porre un po’ più di attenzione rispetto al passato all’utilizzo inopportuno di Smartphone e Tablet durante la conduzione di veicoli e addirittura chiedono più controlli, sanzioni ed educazione stradale”.

Assieme a Riva, i relatori Marco Luciani, Commissario Responsabile Polizia Giudiziaria Polizia Locale Milano e Osvaldo Busi, Ufficiale Polizia Municipale Palermo. Obiettivo la necessità di attivare progetti di prevenzione e un organico sistema di indagine per prevenire rischi da distrazione e patologie,  incentivare la conoscenza dei fenomeni sociali complessi che derivano dall’uso improprio di Internet, quali il Cyber Bullismo, Cyberbashing, Cyberstalking, Outing o Trickery put down, Sexting, le Truffe on line, ecc., nonché puntare su un’indagine scientifica, che si rifaccia al “digital forensic”, quindi sul passaggio al dato digitale ed al cambiamento dei luoghi dove reperire gli elementi di prova, quali Smartphone, gli mp3, console di videogiochi, navigatori satellitari, nonché risorse hardware o software ed il cloud computing.

 

Fonte: Comunicato stampa
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