Commento al Vangelo
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IL GIORNO DEL SIGNORE

Domenica 11 febbraio - 6ª domenica del Tempo ordinario - Anno B

LIBERI DI CONTAMINARCI CON L’ESISTENZA DEGLI ALTRI

Lv 13,1-2.44-46; Salmo 31; 1Cor 10,31 - 11,1; Mc 1,40-45

Nel Vangelo di domenica 11 febbraio incontriamo Gesù che guarisce un lebbroso. Guarigioni fisiche ed esorcismi sono descritti anche nei versetti precedenti e questo potrebbe indurci a pensare che questo racconto sia solamente un’ulteriore conferma delle capacità taumaturgiche di Gesù.

Dato che l’evangelista san Marco ha uno stile di scrittura molto asciutto e sintetico, non avrebbe perso tempo a raccontare qualcosa di superfluo.

Partiamo dal principio: il lebbroso è un uomo malato ed emarginato che viene a sapere che sta passando Gesù di cui aveva di certo sentito parlare per i prodigi che aveva compiuto. Seguire Gesù non è facile e alle volte per seguirlo occorre andare controcorrente. Il lebbroso, contrariamente a quanto avrebbe dovuto fare, con fede profonda si avvicina a Gesù, si mette in ginocchio e lo supplica. Sa che Gesù può fare tutto, infatti, non gli chiede “se puoi”, ma “se vuoi”, perché sa che Gesù è onnipotente.

I lettori della Sacra Scrittura abituati alla versione Cei del 1974 si saranno accorti che nella nuova traduzione il verbo che viene utilizzato nella richiesta del lebbroso non è più guarire, bensì purificare. Per la cultura del tempo il lebbroso era impuro e non bisognava avvicinarsi a lui. Ecco perché non si parla di guarigione, bensì di purificazione.

I gesti che Gesù compie richiamano quelli di una benedizione, ma prima di questi Marco evidenzia che Gesù ebbe compassione. Gesù comprende il lebbroso, sa quello che sta vivendo, ha fatto risuonare il suo cuore sulle stesse frequenze dell’impuro. Gesù è commosso a tal punto che anche lui rompe uno schema: tocca il lebbroso. Sarebbe bastata una sua parola e invece decide di “contaminarsi” con l’esistenza di quell’uomo.

Gesù è il Dio con noi e soffre con noi (cum patior). Il Signore ci passa a fianco e ci lascia liberi di decidere se essere suoi compagni di viaggio oppure osservatori. Il lebbroso purificato viene mandato dal sacerdote per compiere ciò che la legge di Mosè prescriveva, e questo viene interpretato in due modi: Gesù vuole far capire che non è venuto per abolire la legge, ma per portarla a compimento. Inoltre, in cuor suo sperava che da quella testimonianza anche il sacerdote avrebbe potuto accogliere il messia venuto in terra anche per lui. Oggi, insieme al lebbroso, troviamo in noi la fede per metterci in ginocchio e chiedere a Gesù di venire e purificare la nostra esistenza, perché solo in lui c’è la vita vera.

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