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Coronavirus. Dalla Colombia: "Qua la gente è molto impaurita"

Scrive padre Angelo Casadei, missionario della Consolata, originario di Gambettola

In una foto d'archivio, padre Angelo Casadei, originario di Gambettola

Carissimi amici del Corriere Cesenate,

ero rientrato in Italia per la morte di mio papà il 3 gennaio scorso e sono ritornato nella mia missione nel cuore della foresta amazzonica colombiana, il 4 febbraio, e da qui ho seguito lo sviluppo di questa epidemia partita dalla Cina, e che a poco a poco si è trasformata in una pandemia a livello mondiale.

Con molto interesse abbiamo seguito le vicende della Cina e poi con tristezza il rapido contagio in Italia, in Europa.

Ho trovato molta solidarietà da parte sia dei missionari che sono con me a Solano che della comunità locale e continuamente mi chiedono della mia famiglia e delle molte persone italiane che sono passate in questa missione.

In Colombia le frontiere si sono chiuse molto in fretta, direi in tempo perché non si espandesse troppo rapidamente il virus, osservando quello che stava succedendo in Italia ed in Europa.

Qui a Solano la gente è molto impaurita, le stesse persone mi dicono: “Se in Italia dove la sanità è molta avanzata stanno morendo migliaia di persone, cosa succederebbe qui, dove il primo vero ospedale si trova a 5 ore di viaggio per fiume e non ci sono i mezzi per soccorrere tante persone?”.

Dopo che il presidente della Repubblica e il sindaco di Bogotá hanno messo tutto il Paese in quarantena, il Governatore del Caquetá e il nostro sindaco hanno chiuso le strade di collegamento con le varie regioni e tra i vari Municipi (Comuni) un blocco totale. Da noi, con la strada che è il fiume, è possibile solo il passaggio dei barconi che trasportano generi alimentari.

Nella nostra regione, il Caquetà, abbiamo per il momento solo sei casi positivi e un deceduto per Covid19.

La sera del 25 marzo ho vissuto un avvenimento “particolare”.

Verso le 21,30, dopo aver festeggiato con le suore la loro festa, sono andato in cucina per prendere la pastiglia per la pressione. Mi imbatto in una vespa che mi punge in testa. Essendo allergico alle punture di questo insetto, decido d’andare al piccolo centro medico del paese, anche perché mi sto gonfiano il viso in maniera impressionante, dove è presente per il suo anno rurale un giovanissimo medico: mi prova la pressione che è bassissima e mi fa stendere su un lettuccio e comunica all’infermiere di farmi un’iniezione per arrestare l’allergia.

Il mio corpo reagisce bene e questa volta non perdo conoscenza e recupero rapidamente.

Il medico mi pone delle domande e quando gli dico che vengo dall’Italia, fa un passo indietro come fossi un appestato anche se gli dico che dal 4 febbraio mi trovo in Colombia, e a Solano da un mese e 20 giorni.

Comunque mi ordina di stare chiuso nella mia stanza con mascherina e di non avere contatti con nessuno.

C’è molto paura. Non sono consentiti assembramenti e come Chiesa locale sono stati sospesi tutti gli incontri e le celebrazioni.

Stiamo valorizzando i mezzi di comunicazioni come: il telefono, WhatsApp per chi ne è in possesso, la radio di proprietà dell’esercito nazionale che ci dà la possibilità di trasmettere la Santa Messa e riflessioni a livello formativo e informativo.

Solano è un piccolo paese a cui fanno riferimento molti villaggi anche lontani una settimana di viaggio in barca. Estensioni grandissime, dove vivono popoli indigeni alcuni non contattati. Se l’epidemia arrivasse da loro sarebbe una strage.

Le scuole sono chiuse e da questa settimana timidamente si sta riprendendo con i professori che seguono i loro studenti da lontano offrendo materiale fotocopiato e dando compiti per casa.

Stiamo usando lo stesso metodo per il catechismo, dove i genitori si sono impegnati a preparare i loro figli ai sacramenti.

Vi sono persone anziane e famiglie bisognose che vivono del lavoro giornaliero e chiusi in casa non hanno la possibilità di comprare l’indispensabile per mangiare ed allora con l’aiuto del Comune, l’Esercito e la generosità di qualche persona riusciamo a procurare viveri da poter distribuire.

Qualche giorno fa visitando con una suora, la signora Irena che vive sola, e che tutti i giovedì portava l’Eucaristia ad anziani ed ammalati, l’abbiamo trovata che stava piangendo e quando gli ho chiesto cosa era successo mi ha confessato:

“Padre, mi manca moltissimo partecipare alla Celebrazione Eucaristica, nella chiesa parrocchiale”.

Mantenendo le distanze cerco di animarla e farle coraggio invitandola alla preghiera in casa perché questa pandemia possa trovare una soluzione.

Facciamo una preghiera e mi chiede di benedire dell’acqua in una pentola. La userà per benedire costantemente la casa e farsi il segno della croce al mattino e alla sera.

Il popolo colombiano da sempre convive con molte malattie come la malaria 60.000 casi all’anno, il dengue che già in questo anno ha provocato 12.000 positivi e 23 morti, il virus “Zika” che nelle donne in gravidanza lascia problemi neurologici e fisici nei bambini che nasceranno.

In Colombia si cerca di studiare queste malattie infettive tipiche delle zone tropicali però mancano investimenti per trovare soluzioni radicali ed elaborare eventualmente dei vaccini.

Infine, volevo condividere con voi una bella preghiera scritta dal mio vescovo Joaquin Humberto Pinzon Güiza, in questo tempo di pandemia. Ecco il testo:

CONSACRAZIONE DELLA GENTE ALLA VERGINE DELLA MERCEDES, PATRONA DEL COMUNE 

O Santissima e Immacolata Vergine Maria, tenerissima Madre nostra e potente consolazione dei cristiani!

Ci consacriamo interamente al tuo dolce amore e al tuo santo servizio.

Ti consacriamo il nostro comune di Solano, i suoi paesi, le sue comunità, tutte le persone.

Ti consacriamo le sue autorità civili, militari, religiose e tradizionali; riempile di saggezza e grazia in modo che sappiano governare i destini, secondo le vie di Dio, secondo l'amore, la giustizia e la pace.

Aiutaci a superare il momento di incertezza che stiamo vivendo.

Il privarci della stretta di mano, dell'abbraccio non ci porti alla freddezza del cuore o all'indifferenza;

la paura non ci porti alla disperazione o alla tristezza;

l'ansia della ristrettezza non ci porti all'egoismo;

la malattia dell'altro non ci porti all'esclusione e all'emarginazione del fratello.

Insegnaci a mantenere la calma, la gioia e la speranza, a prenderci cura di noi stessi e degli altri. Riempici della tua tenerezza materna in modo che siamo caritatevoli verso i bisognosi, e con coloro che soffrono.

Madonna della Mercedes, proteggi le nostre famiglie, proteggi il nostro Comune.

Amen.

Padre Angelo Casadei

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