Psicologia della vita quotidiana

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La rubrica, tenuta da Mirella Montemurro (psicoterapeuta/psicoanalista Spi), si propone di osservare il mondo attraverso una “lente” psicoanalitica.

Ogni ultima settimana del mese, la rubrica parla di temi della vita quotidiana: relazioni, educazione dei figli, fatti di cronaca locale e nazionale, funzionamento psichico, disagi psicologici e loro cura.

Nella cultura popolare Aspettando Godot è divenuto sinonimo di una situazione esistenziale, in cui si aspetta un accadimento che ci si immagina essere imminente, ma che nella realtà non accade mai e in cui di solito chi l'attende non fa nulla affinché questo si realizzi. In questo periodo è naturale interrogarsi sull’anno che sta per terminare.

È dei giorni scorsi un articolo denuncia uscito su La Stampa in cui, il biologo Enrico Bucci e lo storico della scienza Gilberto Corbellini, attaccano la psicoanalisi, da loro considerata una pseudoscienza al pari di omeopatia e agopuntura. In risposta, viene pubblicato su L’Espresso un articolo della presidente della Società psicoanalitica italiana (Spi), dottoressa Anna Maria Nicolò, neuropsichiatra infantile.

Quando il dolore esce dall’argine della pensabilità, si perdono le coordinate e si apre una voragine interna spaventosa. Ci si ritrova senza direzione, in un inabissamento che toglie la parola.

Si contano oltre un milione di Hikikomori in Giappone, ma il fenomeno si sta rapidamente diffondendo anche in Italia colpendo principalmente giovani tra i 14 e i 30 anni di sesso maschile, con una percentuale di ragazze che sfiora il 30 per cento. 

Nei film il mezzo espressivo prevalente è il registro iconico, lo stesso dei sogni. Nelle immagini che il regista ci propone possiamo trovare l'esatta rappresentazione affettiva di qualcosa di nostro. Le storie raccontate nei film ci permettono ogni volta di superare un limite.

Alcuni psicoanalisti si chiedono se nella scelta del partner esista effettivamente la possibilità di amare l'altro per le sue reali qualità, o se prevalga invece una scelta di amore di tipo più prettamente narcisistico.

Sui traguardi che ognuno di noi si prefigge di raggiungere nel corso della vita.

Una caratteristica comune a tutta la popolazione narcisistica è la difficoltà nelle relazioni umane, l'incapacità di amare. Il narcisista è incapace di provare sia rimorso che gratitudine. Non prova senso di colpa ma vergogna.

La malattia rompe un equilibrio, porta nei territori dell'incertezza e del contatto con la morte. La malattia è un limite arduo da accettare, soprattutto se fino a quel momento si è vissuta una vita di salute, energia, entusiasmo.

Spesso il partner maltrattante intrude nelle amicizie e nelle attività della donna, esercita un controllo e/o si appropria del suo denaro. La minaccia, la intimidisce, vuole provocarne l’isolamento.