Editoriale

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L'editoriale della settimana

Quella di lunedì scorso è stata una serata di grande passione politica. Qualcuno ha scritto anche con tifo da stadio, quello che si è visto al palazzo del Ridotto, all’incontro organizzato dal nostro giornale con i due sfidanti alla poltrona da sindaco, per Cesena. Alla vigilia del voto per il ballottaggio, ricordiamo, come fatto anche qualche settimana fa, le parole di papa Francesco a Cesena, con le quali richiamava tutti, di fronte alla impossibilità di potere avere la bacchetta magica in politica, a un sano realismo. 

Alle elezioni amministrative l’elettore ha selezionato, così pare di interpretare, e ha differenziato il voto in maniera così vistosa come non era facile attendersi.

I cattolici, le urne e la politica: aggiungerei, dal Vangelo di domenica scorsa, la misura dell’amore grazie a cui i cristiani (anche chi si impegna in politica e si candida alle elezioni) devono essere riconoscibili. Ecco i due versetti: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.

Da tempo in Italia la Chiesa ha scelto di non schierarsi e di non attribuire attestati di alcun tipo. A nessuno. Nonostante questo, in maniera abbastanza spinta in questa tornata amministrativa si sta assistendo da parte di più di uno a una pretesa di esclusività che invece, fatti alla mano, non appartiene agli schieramenti in campo.

In vista della tornata elettorale del 26 maggio il dibattito, specie quello online, si sta svolgendo un po’ troppo sopra le righe. Non ci riferiamo solo ai candidati in lizza, ma anche e in particolare ai sostenitori vecchi e nuovi che si sentono impegnati come non mai nella caccia all’ultima preferenza.

Noi che facciamo, siamo anche noi come Tommaso? Credenti o increduli fino alla fine? Come ci comportiamo davanti alla straordinarietà della Pasqua appena vissuta? Cristo morto e risorto è vivo per noi? In che maniera incide nella nostra vita?

Dire Pasqua è dire rinascita. Per noi la rinascita è ri-accogliere e re-incontrare una Persona: Cristo, risorto da morte, vivo in mezzo a noi! E in Lui, risorto, risorgono gli uomini e le donne, la creazione e la storia.

In vista della tornata amministrativa del 26 maggio che vede coinvolte diverse amministrazioni del nostro territorio si è risvegliata un’antica passione. E che questa fosse terra di accesi dibattiti e di schermaglie più che vivaci, lo aveva ricordato anche papa Francesco nel suo famoso discorso in piazza del Popolo la mattina del primo ottobre 2017.

Un forte richiamo alla sinodalità. Non perché si debbano per forza realizzare insieme certe scelte, ma perché se si desidera vivere la stessa esperienza di fede, “dopo un sano confronto, condotto nella carità e nel rispetto reciproco”, siamo tutti “chiamati a imboccare la strada indicata dal pastore”.

Sono cresciuto con l’idea dello statista, dell’uomo che, prima prestato alla politica, poi si dedica alla gestione della causa comune. Di tutti, nessuno escluso. Non solo di quelli che lo hanno eletto.