Editoriale

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L'editoriale della settimana

Ora l’Italia è scesa fino al grado di fiducia che il mondo finanziario (e politico) ha della Grecia. Sono state volutamente fatte delle scelte che hanno spinto il nostro Paese in una precisa direzione: stare ai margini politici e monetari dell’Europa unita.

Torna la Festa della famiglia diocesana. Diciamo meglio: è la festa di tutta la Diocesi intesa come comunità dei battezzati. La grande famiglia di Cesena-Sarsina li convoca e li riunisce per alcuni giorni e in alcune occasioni particolari, perché “è bello che i fratelli stiano insieme”.

Il ballottaggio è ormai inutile. Lo si è visto benissimo nel turno di domenica scorsa per l’elezione dei sindaci. Lo ha confermato anche il sondaggista Nicola Piepoli all’Ansa. “O se vogliamo – ha aggiunto – è utile a confermare il risultato del primo turno”, come è accaduto nel nostro territorio sia a Cesena sia a Savignano.

Quella di lunedì scorso è stata una serata di grande passione politica. Qualcuno ha scritto anche con tifo da stadio, quello che si è visto al palazzo del Ridotto, all’incontro organizzato dal nostro giornale con i due sfidanti alla poltrona da sindaco, per Cesena. Alla vigilia del voto per il ballottaggio, ricordiamo, come fatto anche qualche settimana fa, le parole di papa Francesco a Cesena, con le quali richiamava tutti, di fronte alla impossibilità di potere avere la bacchetta magica in politica, a un sano realismo. 

Alle elezioni amministrative l’elettore ha selezionato, così pare di interpretare, e ha differenziato il voto in maniera così vistosa come non era facile attendersi.

I cattolici, le urne e la politica: aggiungerei, dal Vangelo di domenica scorsa, la misura dell’amore grazie a cui i cristiani (anche chi si impegna in politica e si candida alle elezioni) devono essere riconoscibili. Ecco i due versetti: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.

Da tempo in Italia la Chiesa ha scelto di non schierarsi e di non attribuire attestati di alcun tipo. A nessuno. Nonostante questo, in maniera abbastanza spinta in questa tornata amministrativa si sta assistendo da parte di più di uno a una pretesa di esclusività che invece, fatti alla mano, non appartiene agli schieramenti in campo.

In vista della tornata elettorale del 26 maggio il dibattito, specie quello online, si sta svolgendo un po’ troppo sopra le righe. Non ci riferiamo solo ai candidati in lizza, ma anche e in particolare ai sostenitori vecchi e nuovi che si sentono impegnati come non mai nella caccia all’ultima preferenza.

Noi che facciamo, siamo anche noi come Tommaso? Credenti o increduli fino alla fine? Come ci comportiamo davanti alla straordinarietà della Pasqua appena vissuta? Cristo morto e risorto è vivo per noi? In che maniera incide nella nostra vita?

Dire Pasqua è dire rinascita. Per noi la rinascita è ri-accogliere e re-incontrare una Persona: Cristo, risorto da morte, vivo in mezzo a noi! E in Lui, risorto, risorgono gli uomini e le donne, la creazione e la storia.