Editoriale

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L'editoriale della settimana

Il debito pubblico non è una questione per specialisti. Non si tratta di argomenti da lasciare a chi si intende di numeri, di grafici, di iperbole, di macroeconomia e diavolerie similari. Riguarda tutti noi. Attiene a chi va a fare la spesa, a chi si ingegna per portare a casa uno stipendio, a chi cerca una prima occupazione, a chi pensa di potersi costruire un futuro.

Bastano pochi giorni in Venezuela, con i nostri sacerdoti fidei donum impegnati nella diocesi di Carupano, nella parte est del Paese, per capire con immediatezza da dove viene il sentire di Bergoglio. Per comprendere in fretta dove è nato e si è sviluppata quella “teologia del popolo” che fa di papa Francesco un successore di Pietro anomalo, nuovo, innovativo, quasi rivoluzionario per noi abituati a un cristianesimo da salotto.

L’impegno a combattere gli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili, sia di potere che sulla coscienza che sessuali, da parte di chierici o di laici nella Chiesa, nella società e nelle famiglie, ci deve vedere uniti.

Bergoglio non usa mezzi termini, come si addice al suo stile, e non perde l’occasione per ribadire quello in cui crede. “Nessuno può vivere isolato o indipendente dagli altri. La vita sociale non è costituita dalla somma delle individualità, ma dalla crescita di un popolo”. Persona e popolo, torniamo da dove siamo partiti. È il pallino di Francesco: tenere insieme elementi che appaiono in contraddizione.

Settembre è il mese della ripresa. Il tempo delle vacanze è ormai finito per molti. Le giornate si accorciano. Molti si lamentano di queste settimane. Eppure…

I migranti come mezzo di ricatto. A questo siamo giunti. Come merce di scambio. Come leva per spostare equilibri politici, per creare e trovare consenso, per sollevare la gente contro altra gente, poveri contro altri poveri, gli uni contro gli altri, con l’unico obiettivo di aggiungere proseliti alla propria parte, allo schieramento che oggi pare andare per la maggiore nel nostro Paese.

Una lunga serie di fatti di cronaca ha funestato questo periodo. È un’estate da dimenticare, quindi? Oppure un periodo da cui trarre comunque qualche insegnamento?

Questa settimana, visti i temi “caldi” dell'estate, al posto dell'editoriale pubblico questa lettera di Giorgio Pollastri della Comunità Papa Giovanni XXIII, responsabile della casa accoglienza migranti di Bagnile di Cesena e da 31 anni papà di una casa famiglia a Savignano sul Rubicone. (Fz)

Siamo nel clou dell’estate. Per noi del Corriere Cesenate ancora due numeri dell’edizione cartacea, questo e quello della prossima settimana, poi una meritata sosta fino a giovedì 23 agosto, quando torneremo in edicola e nelle case degli abbonati.

Non si fermerà mai, invece, la nostra presenza online sul sito www.corrierecesenate.it e sui social.

Era il 4 marzo, appena quattro mesi fa. Anche se gli orientamenti elettorali ci hanno ormai abituato a una volatilità impensabile nelle prime due fasi della Repubblica, neanche il sondaggista più spericolato avrebbe potuto prevedere un cambiamento così rapido e rilevante nei rapporti di forza tra le due formazioni premiate dalle urne.