Editoriale

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L'editoriale della settimana

È stata la Gmg degli incontri, come è successo nelle altre occasioni, certamente. Stavolta, però, i volti e i rapporti con le persone sono stati ancora più decisivi delle precedenti edizioni. I padroni di casa hanno aperto le loro abitazioni e si sono prodigati come nessuno si poteva attendere.

Qua a Panama city si vive già un’aria di festa. Se il cuore della città finanziaria appare ancora un po’ indifferente verso la Giornata mondiale della gioventù, i preparativi fervono ovunque nelle strade della capitale del piccolo Stato centroamericano.

Il giudizio sui comportamenti, ci insegnano i Vangeli che salvano sempre le persone, non può andare a corrente alternata. Neppure quando si parla di tifo da stadio che da stadio non è più da troppo tempo, ma è diventato un pensiero, un modo, purtroppo, di intendere la nostra convivenza.

Ci siamo scambiati gli auguri e lo abbiamo fatto pensando a un futuro carico di novità positive. Poi ci risvegliamo dalla sbornia dei giorni di festa e ci rendiamo conto che siamo chiamati a fare i conti con la realtà.

I no, ci ricordavano i nostri educatori, sono i binari entro i quali si cresce e ci si forma. Sono i sostegni degli alberi ancora giovani che altrimenti si piegherebbero al primo vento.

I proclami hanno lasciato il posto a dichiarazioni più distensive. Gli slogan sguaiati sembrano svaniti. Si tenta di recuperare il recuperabile. Non si vuole rompere con l’Ue. Lo strappo prospettato, ora pare non interessare quasi a nessuno.

In un tempo in cui pare che tutto debba essere ricondotto alla legge di mercato, il valore del pluralismo nell’informazione torna a essere al centro del dibattito.

Sarebbe molto meglio ridestarsi dal torpore e dall’ubriacatura diffusa. Dall’inganno di poter governare l’italica barca grazie alla falsa democrazia del web e all’illusorio apprezzamento ricevuto sui social dagli amici degli amici. Sarebbe molto meglio essere onesti, concreti, realisti.

La Chiesa, ai suoi massimi livelli, ancora una volta, interviene sulle vicende italiane. Offre un giudizio, un punto di vista sereno, pacato, che non si nasconde nulla. Ma ama la verità. Anzi, meglio, la ricerca della verità. Ecco perché scruta la realtà per quella che è, nei suoi lati oscuri, senza tacere del Paese che comunque va avanti, pur faticando, ma progredisce, è solidale, si fa prossimo a chi ha meno.