Editoriale

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L'editoriale della settimana

La mano dell’uomo, cioè di tutti noi, pare non avere un grande rispetto per l’ambiente, la grande casa comune in cui abitiamo. Siamo tutti pronti a sfruttare, a raccogliere, a fare man bassa di quanto ci si può portare a casa propria. Siamo molto meno svelti nel cercare di mettere in essere comportamenti virtuosi, nel rispetto del Creato e di ciò che contiene

Il problema c’è. Esiste ed è reale. Inutile nasconderselo. Saremmo solo degli ipocriti. Il razzismo, della peggiore specie, si annida tra noi. Poi sfocia negli stadi, nei cori contro i calciatori di colore, come è accaduto domenica scorsa alla stadio di Verona quando il bersaglio preso di mira è uno sportivo del calibro di Mario Balotelli.

Domenica 3 novembre si celebra in Diocesi la Giornata del quotidiano Avvenire e del settimanale diocesano (cfr. pag. 7 edizione cartacea). Un’occasione importante per riflettere sul mondo dei mass media e su quanto ci viene rovesciato addosso in un’epoca in cui la comunicazione è incessante.

Non è tollerabile che l’Irpef pesi per l’83 per cento del suo gettito dai redditi di pensionati e dipendenti e che negli ultimi 15 anni sia calato il contributo proveniente da autonomi, imprenditori e beneficiari di redditi da partecipazione.

In Vaticano le dimissioni si susseguono a ritmo incessante. Quelle di lunedì scorso del capo della Gendarmeria, Domenico Giani, hanno suscitato scalpore, come sempre accade in questi casi molto mediatici. Dalla periferia viviamo un’altra esperienza, rispetto a quella romana. Invece sta qui il bello delle nostre comunità, dell’esperienza cristiana.

Un bel po’ di evasione fiscale (ricordata come troppo elevata martedì scorso dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo) si potrebbe evitare se diminuisse, e non di poco si può supporre, l’uso delle banconote a vantaggio della moneta digitale.

Il clima è importante e non depauperare la madre terra forse lo è ancora di più. Ma difendere la casa comune non avrebbe senso se non tenesse conto di chi la abita.

Non un giornalismo che usa i vocaboli per ammaliare, per interpretare a proprio piacimento la realtà che va comunicata senza edulcorarla con aggettivi o avverbi. Una tentazione che si insinua anche nella Chiesa. Va preferita, invece, una comunicazione di sostantivi, di valore, fatta da testimoni, da martiri, da chi dà la propria vita e mette tutto se stesso in ciò che fa.

Guidare un Paese non è uno scherzo. Per pilotare l’Italia ci vogliono idee e visioni di lunga gittata. Bastano le buone intenzioni? Basta il desiderio di non andare alla conta delle urne?

Era strano il primo gabinetto Conte con due partiti che se ne erano dette di santa ragione per tutta la campagna elettorale. È al tempo stesso assai bizzarra la nuova maggioranza giallo-rossa di oggi con Pd e 5s (più Leu) che si sono sbeffeggiati duramente e a lungo per poi riuscire a trovare un’intesa all’ultimo secondo.