Editoriale

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L'editoriale della settimana

In questo inizio d’Avvento, sento la necessità di esercitare lo sguardo. Alla ricerca, in questa realtà tutt’altro che luminosa, di quella luce che non si vede. E invece c’è e non si spegne dopo Natale come le luminarie delle nostre città

Tre azioni che caratterizzano il buon giornalismo: ascoltare, approfondire, raccontare. Perché il rischio, ha aggiunto il Pontefice «è quello di lasciarsi schiacciare dalle notizie invece di riuscire a dare ad esse un senso»

Davanti alle tragedie di questi anni e delle ultime settimane come si fa a rimanere in silenzio? Come si fa a non alzare la voce? Come si fa a restare indifferenti davanti a uomini, donne e bambini usati come scudi umani?

Diciamolo: molti non ne possono più di queste manifestazioni all’insegna del “No Green pass”. Sta prendendo forma una sorta di piccola e silenziosa rivolta di quanti sarebbero per dire finalmente e forte “Sì Green pass”

Ricordo con nettezza la sera in cui don Oreste Benzi, a notte fonda, mi fece salire in casa sua, nella canonica accanto alla parrocchia della Resurrezione, vicino al casello autostradale di Rimini sud. Mi consegnò, come fosse la cosa più preziosa che potesse avere per le mani, un plico di fogli che costituivano il diario di Sandra Sabattini, la 23enne beatificata domenica scorsa

In genere, si può dire che hanno vinto i candidati meno estremi e che, ancora una volta, nel Belpaese si vince al centro. O meglio, ha vinto ancora, in questo particolare momento, la linea dettata da Draghi

La Chiesa italiana ha scelto di darsi un tempo ancora più lungo di ascolto e discernimento, almeno fino al 2025. Non è tutto già delineato, il percorso si comporrà strada facendo

Tanti i non votanti. È anche vero che, in diverse circostanze, l’astensione è un modo per esprimere un giudizio che va letto e interpretato

Basta con la legge del più forte, è il non detto del Papa. Basta con le prevaricazioni. Da questa grave crisi globale usciremo migliori o peggiori di prima, «uguali no». Da tutto il pianeta sale «il grido della terra e dei poveri». Siamo chiamati ad ascoltarli entrambi, come ci sollecita con grande forza Francesco

Prima si fa, poi si parla. Si condensa in queste poche parole il nuovo stile imposto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. Si tratta di un metodo inedito per la politica italiana degli ultimi 30 anni, cui molti non sono abituati. Su questo terreno alcuni commentatori cercano di fare le pulci al primo ministro